Il vocabolario spiega che con questo termine (dal latino tardo vitineus) si designa una varietà di vite. Meglio precisare però che si tratta di cultivar della sola vite europea, la Vitis vinifera. Di vite, pianta delle vitacee, esistono infatti 60 specie, che allignano in America settentrionale e in Asia orientale, oltre che in Europa: la Vitis labrusca, la Vitis riparia, (detta anche Vitis vulpina), la rupestris, la berlandieri, tanto per citare le più conosciute. Il buffo è questo: che a dare il nome del vitigno ai loro vini non sono stati i produttori europei ma quelli americani: in Europa, sin dai tempi della civiltà greca e di quella romana, il vino ha sempre preso il nome del territorio da cui scaturisce. Ed è l’unico modo per conoscerne la reale qualità: lo stesso vitigno dà infatti risultati differenti a seconda di dove (e da chi) è coltivato. Ecco perché è pericoloso adottare la denominazione varietale anziché quella geografica: vale la pena, per vendere con maggior facilità negli Stati Uniti?