Scienze

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I nuovi vitigni resistenti alle malattie

3 Febbraio 2016 Mario Fregoni
Conoscete i supereroi della vigna? Si chiamano Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos, e poi Cabernet Eidos, Cabernet Volos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Julius. Sono nuovi vitigni resistenti alle più comuni e temute malattie della vite, ottenuti attraverso processi naturali di incrocio e selezione. Cinque (i primi dell'elenco) a bacca bianca, altrettanti a bacca rossa: insieme sono i “magnifici dieci”, come li chiamano con evidente soddisfazione i loro papà, i ricercatori dell'Università di Udine Enrico Peterlunger, Raffaele Testolin e Michele Morgante.

Un progetto lungo oltre 15 anni

Il percorso di ricerca dei vitigni resistenti è partito nel 1998. Ha richiesto oltre 15 anni di lavoro, centinaia di incroci, 24 mila piante valutate presso l'Azienda agraria universitaria “Antonio Servadei” di Udine, oltre 500 micro-vinificazioni ripetute negli anni presso l’Unione Italiana Vini di Verona e i Vivai Cooperativi di Rauscedo. Ma alla fine - lo conferma la recente presentazione a Udine - si è rivelato un progetto di successo, frutto di una ricerca d’eccellenza e del sostegno convinto delle amministrazioni pubbliche (Università e Regione Friuli Venezia Giulia in primis) e delle aziende della filiera.

Pubblico e privato sostengono la ricerca

In testa, fra i sostenitori, compaiono i Vivai Cooperativi di Rauscedo (in foto, la copertina del catalogo dei cloni Vcr) e produttori come Livio Felluga, Marco Felluga, Venica & Venica, Pierluigi Zamò e il Consorzio Collio. Una sinergia virtuosa tra pubblico e privato, che nel 2015 ha portato alla copertura con brevetto europeo e internazionale delle nuove selezioni e l'inserimento delle nuove varietà nel registro nazionale italiano presso il Ministero delle Politiche agricole. L’Università di Udine, inoltre, ha preparato la cessione dei diritti di moltiplicazione.

Con vitigni resistenti alle malattie, addio pesticidi?

L'introduzione sul mercato delle nuove varietà (la VCR di Rauscedo le ha già inserite nel suo catalogo) ha uno scopo ben preciso: ridurre l’utilizzo di pesticidi nel comparto vitivinicolo, attività agricola che è, in Europa tra le più impattanti sull’ambiente: pur occupando soltanto il 3,3% della superficie agricola, utilizza ben il 65% di tutti i fungicidi impiegati in agricoltura.

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