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Vino italiano in Usa: stabilità positiva

14 Ottobre 2014 Civiltà del bere
Tiene duro il vino italiano in Usa. Pur con una lieve contrazione del 0,9% in quantità (controbilanciata da un incremento in valore del 5,5%), l'export 2014 si mantiene stabile, comparando i primi 8 mesi dell'anno con quelli del 2013. Una situazione estremamente positiva secondo Lucio Caputo, presidente dell'Italian Wine & Food Institute di New York, soprattutto se inquadrata nella generale decrescita delle importazioni vinicole in Usa (-4,5%). L'ITALIA SUL TOTALE - La leadership italiana si traduce in 1.683.770 ettolitri di vino immessi sul mercato statunitense fra gennaio e agosto 2014, pari a 917 milioni e 724 mila dollari (1.698.320 ettolitri e 869 milioni e 654 mila dollari nello stesso periodo del 2013). Continua ad espandersi, in particolare, lComplessivamente, l'import Usa ammonta a 5.968.770 ettolitri (2 miliardi 668 milioni e 899 mila dollari) nel 2014, contro i 6.252.540 ettolitri (per 2 miliardi 596 milioni 469 mila dollari) del 2013. CHI NE RISENTE - La contrazione dell'import ha colpito diversi Paesi concorrenti dell'Italia. L'Australia ad esempio, scesa al terzo posto fra gli esportatori, ha registrato una riduzione del -12,4% in quantità e -10,8% in valore. Segno negativo anche per l'Argentina (-0,4% in quantità, -3,9% in valore) e il Sudafrica (-62,1% e -30,5%), e per la quantità di vino importato di Francia (-3,3%), Spagna (-14,1%) e Germania (-11,9%), rispettivamente quinto, sesto e ottavo posto. QUALCUNO RISALE - Di contro, ha migliorato le sue prestazioni il Cile, che con un +1% in quantità (ma una notevole riduzione in valore, -12,2%) ha spodestato l'Australia dal secondo gradino: la riduzione dei prezzi ha favorito l'espansione dei vini cileni. Bene anche la Nuova Zelanda (+18,4% e +15,6%) e il Portogallo (+16,3% e +19,7%), settimo e nono Paese importatore.

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