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Vino italiano in Usa: buone premesse per il 2015

21 Gennaio 2015 Anna Rainoldi
Il 2014 è stato un anno di transizione per il mercato statunitense, con il passaggio dalla crisi economica a quella che si profila come una ripresa concreta. Le stime fornite dall'Italian Wine & Food Institute fanno ben sperare per il destino del vino italiano in Usa: "La ripresa, unita al più favorevole tasso di cambio fra l'euro ed il dollaro, contribuirà in maniera decisiva all'ulteriore espandersi delle esportazioni vinicole" afferma il presidente Lucio Caputo in una nota consuntiva sull'anno appena concluso. L'Italia ha saputo mantenere il volume di ettolitri esportati, contenendo l'aumento dei prezzi: nel 2014 la quota di mercato del Bel Paese pesa il 28% in volume e il 34% in valore sul totale delle importazioni vinicole americane. SENZA RIVALI? - Nel 2014 le importazioni statunitensi ammontano a 8,8 milioni di ettolitri, per un valore di 3.950 milioni di dollari (erano 9,29 milioni di ettolitri e 3.915 milioni di dollari nel 2013), mentre da sola la produzione italiana vale 2,471 milioni di ettolitri e 1.342 milioni di dollari (contro i 2,475 milioni di ettolitri e 1.288 milioni di dollari del 2013). Un distacco netto - circa un milione di ettolitri e oltre 950 milioni di dollari - rispetto al totale registrato dall'Australia, al secondo posto fra i Paesi esportatori in Usa: 1,59 milioni di ettolitri e 391 milioni di dollari nel 2014 (e 1,76 milioni di ettolitri per 437 milioni di dollari l’anno precedente). ATTENZIONE ALLE BOLLICINE - Positive, in particolare, le performance degli spumanti made in Italy. Anche qui il Bel Paese ha il primato delle esportazioni con 421.364 ettolitri totali, per un valore di 245,7 milioni di dollari. Un dato ancor più interessante se confrontato con l'anno precedente, il 2013 (364.010 ettolitri per 215,4 milioni di dollari), rispetto al quale le bollicine italiane registrano un incremento del +15,7% in quantità e del +14% in valore.

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