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Vinitaly oggi e domani. Intervista al direttore Giovanni Mantovani

5 Aprile 2019 Elena Erlicher
Vinitaly oggi e domani. Intervista al direttore Giovanni Mantovani

La fiera internazionale del vino apre le porte a migliaia di visitatori, e come ogni anno si prevede il “tutto esaurito”. Dalla voce del direttore di Veronafiere Giovanni Mantovani i progetti per il futuro, tra espansione, digitalizzazione e innovazione.

Ogni edizione di Vinitaly, la fiera enologica internazionale di Verona (quest’anno la 53a, che si svolge dal 7 al 10 aprile), è come una nuova annata di vino. Porta con sé innumerevoli novità (leggi qui) e contemporaneamente, in dote, le conferme che può dare una manifestazione affidabile e ben rodata in tutti i suoi particolari. Così anche per il 2019 ci si attende la stessa partecipazione, se non ancora maggiore, di visitatori professionali e non da tutto il mondo.

Anche Civiltà del bere partecipa a Vinitaly: come ogni anno, ci trovate in Galleria Castelvecchio (fra i pad. 2 e 3).

Grande attesa per la 53a edizione

Nel 2018 si erano registrate 128 mila presenze da 143 Paesi, comprensive di 32 mila buyer esteri sul totale. Sold out tutti gli spazi espositivi disponibili, che ogni anno sono in continuo ampliamento, con quasi 4.600 espositori da 35 Paesi, su una superficie netta di 100 mila metri quadrati. Abbiamo intervistato il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, per capire quali saranno le direzioni di sviluppo nei prossimi anni, anche in previsione dell’approvazione del nuovo piano industriale.

Il direttore di Veronafiere Giovanni Mantovani
Il nuovo piano industriale di Veronafiere sarà approvato dopo Vinitlay 2019. Può già dare qualche anticipazione in merito?

Per rispetto dell’autonomia decisionale dei nostri soci, non abbiamo ancora dato diffusione dei progetti strategici contenuti nel piano industriale aggiornato al 2022. Sarà presentato dopo Vinitaly in modo dettagliato. Posso dire che il rafforzamento delle performance nei settori core, la ricerca di opportunità in nuovi mercati, l’allargamento del perimetro di sviluppo internazionale e il potenziamento dei servizi a valore aggiunto rappresentano le sfide maggiori per chi opera nel contesto fieristico. E sono anche i pilastri principali in cui si articola la nostra visione della Veronafiere del futuro.

Quanti milioni di euro saranno stanziati e su quali asset di crescita?

Gli investimenti previsti sono nell’ordine di un centinaio di milioni di euro, necessari per confrontarsi ad armi pari nei prossimi anni con competitor internazionali sempre più agguerriti. Si tratta di una cifra importante con cui mettere in campo e attivare una serie di driver di crescita ambiziosi ma realistici che riassumo in consolidamento, espansione, digitalizzazione, innovazione e infrastrutture.

Quali saranno gli obiettivi a medio e lungo termine?

Il piano si focalizza su tre punti: il lancio di due nuove piattaforme fieristiche permanenti per il vino, ma non solo, in Asia – in fase già avanzata – e Stati Uniti; il potenziamento dei servizi digital, allestitivi e di ristorazione, in ottica di customer care; l’adeguamento del quartiere espositivo ai più alti standard europei. Anche se l’aggiornamento del piano industriale si riferisce al 2022, attraverso queste iniziative stiamo gettando le basi per uno sviluppo strategico della fiera che traguarda ai prossimi 20 anni.

Come cambierà quindi il quartiere fieristico?

In proposito mi piace parlare di “rigenerazione”, un concetto presente in molti interventi di Renzo Piano. Lavoreremo sulle strutture esistenti con l’obiettivo di rendere il quartiere fieristico di Verona tra i più moderni e accoglienti, dando alle infrastrutture immagine e funzionalità in linea con le ultime esigenze. È già in corso di ultimazione il nuovo ingresso dedicato alla logistica. Continua anche la riqualificazione delle Gallerie Mercatali. A breve poi inizieranno i lavori per il nuovo parcheggio multipiano e gli interventi di copertura delle aree scoperte tra i padiglioni.

Per quanto riguarda Vinitaly, come sarà consolidata la leadership della fiera

Quest’anno segna un’ulteriore evoluzione del modello di business legato a Vinitaly. Innovazione, internazionalità e digitalizzazione sono infatti le tre direttrici su cui Veronafiere sta sviluppando la rassegna, che intercetta buona parte delle risorse a budget nel piano industriale. In questa edizione debuttano l’Organic Hall e Vinitaly Design. In più abbiamo fornito nuovi strumenti di analisi grazie ai focus dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su Asia e mercato Italia.

Quale sarà il suo piano di sviluppo e le novità previste?

L’attività di incoming in collaborazione con Ice-Agenzia ha coinvolto top buyer da 50 Paesi target e capitalizza il nostro impegno di presidio all’estero con 40 eventi organizzati nel 2018, tra cui gli educational della nostra Academy. Fondamentale per Vinitaly è la crescita digital: dalla Directory online multilingua, all’App con geolocalizzazione degli stand, a un nuovo contenitore dedicato all’enoturismo e ai suoi wine lover. Ora lo step successivo è tradurre in valore, in favore delle aziende, l’enorme patrimonio dei big data raccolti con un progetto digitale che stiamo già testando con alcune decine di aziende.

Questo articolo è tratti da Civiltà del bere 2/2019 . Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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