Gli States amano l’Italia e il Belpaese ricambia. Ornellaia lancia la partnership con Dalla Valle Vineyards, per produrre vini dall’eleganza italiana e l’espressività della Napa Valley. E Alder Yarrow sul suo blog Vinography ricorda con nostalgia il Barolo e Barbaresco World Opening, l’ultimo evento in presenza pre-pandemia.
La bolgherese Ornellaia ha appena annunciato “DVO”: una nuova impresa in California in partnership con Dalla Valle Vineyards, Cantina fondata nel 1986 a Oakville, Napa Valley. Le due aziende sono legate da questo progetto, che finora era rimasto segreto, da 4 anni.
La nuova avventura di Ornellaia in California
Il primo vino di questa unione, annata 2018, uscirà a ottobre e si tratta di un Cabernet Sauvignon con una piccola percentuale di Cabernet Franc. Axel Heinz, il direttore di Ornellaia, e Maya Dalla Valle sono amici da quando, nel 2013, la giovane enologa californiana fece uno stage nella Tenuta di Bolgheri. Insieme hanno dichiarato: «L’amicizia di Dalla Valle e Ornellaia e la passione condivisa per i grandi terroir ci ha spinto a partire per un nuovo viaggio e a creare un vino unico e distintivo in grado di bilanciare l’espressività di Napa con un approccio decisamente italiano all’eleganza» (Jamessuckling.com).
Barolo e Barbaresco, il ricordo pre-Covid a New York
«Un anno fa ero in mezzo a una folla di newyorkesi e piemontesi che festeggiavano l’uscita delle ultime annate di Barolo e Barbaresco. (…) Questo, per me, è uno degli ultimi ricordi normali dei tempi prima del Covid», scrive il blogger Alder Yarrow su Vinography. L’evento in questione, che anche per noi è stato l’ultimo walk around tasting pre-pandemia, era il “Barolo e Barbaresco World Opening” (BBWO) a New York.
Gli assaggi preferiti di Alder Yarrow
“Qui ho trovato molti vini che mi sono piaciuti”, scrive il blogger, il quale successivamente elenca e recensisce le etichette che più lo hanno colpito. Su tutte, il Barolo Bussia Vigna Mondoca Riserva Docg 2013 di Oddero descritto come “meravigliosamente floreale e agrumato al naso, mentre in bocca i tannini eccezionalmente fini flettono i loro muscoli atletici per afferrare agrumi e sapori di frutti di bosco ricoperti di petali di fiori essiccati. Splendido, equilibrato e brillante al palato, questo vino sta entrando nel suo apice e probabilmente si svilupperà e migliorerà ancora nei prossimi 5 anni”. Tra i Barbaresco Docg spicca, invece, il Marcarini di Pertinace annata 2016 “dall’ottima freschezza e lunghezza”.
Questa notizia fa parte della rassegna stampa internazionale di Civiltà del bere. Per riceverla gratuitamente una volta a settimana in formato newsletter iscriviti qui.