La Val di Cembra, origine glaciale, è una piattaforma vulcanica il cui terreno porfirico dona finezza, sapidità e longevità ai vini - elaborazione grafica di V. Fovi
Dopo la Valle d’Aosta e la Valtellina, ci spostiamo in questo distretto profondo, aspro e meraviglioso, che si sviluppa nella parte nord-orientale del Trentino. In tutto 700 ettari vitati tra i 300 e i 900 metri, sorretti da più di 700 chilometri di muretti a secco. Le produzioni più emblematiche a base di Müller Thurgau e Pinot nero.
Culla secolare del vino trentino – come dimostra il ritrovamento di una situla in bronzo risalente alla seconda Età del ferro (IV secolo a.C), la Valle di Cembra è decentrata rispetto al corso dell’Adige. Segue il torrente Avisio e si sviluppa nella parte nord-orientale della regione tra le prime colline avisiane e la Val di Fiemme. La vallata, che da Mosana si spinge fino a Grumes, tra i 300 e i 900 metri di quota, si allunga per 700 aspri ettari vitati lungo più di 700 chilometri di muretti a secco in un susseguirsi emozionante di terrazze a picco, esposte prevalentemente a sud-est e distribuite lungo sette piccole valli su ambedue i versanti del torrente. I comuni sono tre sulla sponda destra (Giovo, Cembra Lisignago, Altavalle), quella più vitata, e quattro su quella sinistra (Albiano, Lona-Lases, Segonzano, Sover), dove spiccano le cave di porfido a cielo aperto e la coltivazione della vite è più sporadica. La valle, di origine glaciale, è una piattaforma vulcanica il cui terreno porfirico dona finezza, sapidità e longevità ai vini.
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