Adatto alle tavole autunnali e delle feste, è cacciato fin dall’antichità. Le carni del maschio sono più saporite, ma l’importante è non cuocerle troppo per evitare che si secchino. Oggi è più diffuso quello d’allevamento
È sempre stato un piatto riservato a pochi eletti, il fagiano, ritenuto una preda molto ambita della cacciagione. Forse perché l’aspetto regale nel maschio lo rende interessante come trofeo. La macchia rossa attorno agli occhi che cambia in un blu scuro del collo per continuare con piume colorate dalle infinite sfumature e la lunga coda contribuiscono a dargli un fascino unico. Sin dalle civiltà più antiche aveva piena considerazione in cucina. Noto a Etruschi e Romani, nel Medioevo e nel Rinascimento e oltre, faceva parte del menu delle tavole nobiliari. Prima delle armi da fuoco lo si cacciava con il falco, nemico naturale del fagiano, così come lo sono altri rapaci tipo il gheppio e la poiana e, tra i quadrupedi, la volpe.
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