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Viaggio a Pantelleria tra i tesori dell’isola: capperi e vini passiti

29 Ottobre 2015 Civiltà del bere
«Pantelleria deve la propria unicità al connubio indissolubile tra natura e uomo. Un sistema rurale fortemente antropizzato, con una forte identità culturale, una biodiversità e un’agricoltura d’eccellenza che pochi luoghi possono vantare». Le parole del sindaco Salvatore Gino Gabriele, a undici mesi dal riconoscimento Unesco, sono un invito indiretto alla scoperta dei tesori dell'isola. Il nostro viaggio a Pantelleria avviene in occasione di Passitaly, quattro giorni intensi di eventi (24-27 ottobre) che hanno coinvolto istituzioni pubbliche, private e cantine vinicole pantesche. Un omaggio al prodotto principe di questa magica terra, il Passito naturale, e alla “Pratica agricola tradizionale della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria”, Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. La Strada della Vite ad Alberello Attesissima la presentazione dell’itinerario della Strada della Vite ad Alberello, a cura dell’architetto Giorgia De Pasquale. Un circuito che attraversa l'isola svelandone le interazioni suolo-clima-esposizione, le tecniche di allevamento e le pratiche colturali. Il percorso tocca le principali aree dove maggiore è la coltivazione ad alberello, per gran parte incastonata su terrazzamenti impervi e di grande fascino. L’obiettivo della “strada” è di intercettare la domanda di nicchia del turismo d'interesse culturale ed enologico. In questo senso, tuttavia, c’è chi, soprattutto tra i produttori, vedrebbe più opportuno parlare di “Strada del Vino” per focalizzare maggiormente l’attenzione sulle cantine e non solo sulle vigne. Vedremo come si evolverà la cosa, magari riunendo i due aspetti che, in ogni caso, portano alla stessa conclusione: far conoscere e valorizzare i vini passiti isolani frutto della coltivazione della vite ad alberello. Oltre alla De Pasquale, sono intervenuti i professori Giuseppe Barbera e Mauro Agnoletti, nonché Giacomo Rallo, presidente di Donnafugata, l’azienda che ha ospitato la presentazione.

Viticoltura eroica in Pantelleria

Non è semplice allevare la vite sull'isola. «A Pantelleria si pratica una viticoltura eroica in un ambiente impervio», ha più volte sottolineato il sindaco Salvatore Gino Gabriele. «Il nostro è un territorio caratterizzato da terrazzamenti e muretti a secco, in cui lo Zibibbo è protagonista assoluto. Dalle uve di questa preziosa varietà si ottiene un vino, il Passito dolce naturale di Pantelleria, che ha avuto la forza di esprimere punte di vera eccellenza, ottenendo importanti riconoscimenti dalla critica enologica internazionale. Un patrimonio produttivo che oggi vede crescere le aziende impegnate a produrre con qualità, rispettando l'ambiente».

Il tour delle cantine pantesche

Nonostante il forte decremento delle superfici vitate registrato negli ultimi decenni, attestatosi in circa 450-500 ettari, le poche cantine produttrici e imbottigliatrici in attività sono impegnate al massimo per valorizzare il passito naturale la cui qualità sta migliorando anno dopo anno. Ne abbiamo avuto prova visitando alcune di queste cantine, dove accanto a nomi ormai storici come Donnafugata, Salvatore Murana e Marco de Bartoli, figurano interessanti new entry come Coste Ghirlanda della vulcanica Giulia Pazienza, Dietro L’Isola di Salvino Gorgone e l'azienda Emanuela Bonomo. Vini dai grandi aromi, pur con diverse sfumature, splendide strutture e di grande piacevolezza e in qualche caso conservabilità.

Capperi e dieta mediterranea a Passitaly

Dopo l’edizione 2014 dedicata ai vini passiti del Mediterraneo, quest’anno Passitaly è stato programmato come un vero e proprio focus sulla valorizzazione delle risorse culturali e rurali di Pantelleria a 360 gradi. Un’edizione che ha avuto come promotori il comune di Pantelleria e il ministero delle politiche agricole, con il sostegno del Libero Consorzio dei Comuni della provincia di Trapani, del Gac delle Isole, dell'assessorato regionale all'agricoltura e il concorso di alcune aziende sponsor. Oltre al vino, il programma della manifestazione ha dedicato spazio anche all’altro prodotto identitario di Pantelleria: il cappero, pianta coltivata nelle zone più impervie e spesso in prossimità delle vigne. Capperi di varie tipologie che hanno nella Cooperativa dei Capperi di Pantelleria il centro produttivo e distributivo più importante. Un prodotto che insieme ai vini, all’olio extravergine e ad altre specialità locali è stato protagonista di un incontro sul tema “Nutrire il pianeta e i valori della dieta mediterranea”, con gli interventi dell’oncologo molecolare Antonio Facchiano, di Ulrich Pfeffer della società europea di medicina traslazionale e di Dario Cartabellotta, responsabile unico del Cluster Mediterraneo Expo 2015. Si è parlato infine del progetto “Carta di Pantelleria: ricerca e formazione sui fattori del benessere”.

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