Anche Cantina Valpantena si è dotata di un fruttaio all'avanguardia per l'Amarone. Il recente investimento della cooperativa vinicola veronese riguarda la produzione delle sue bottiglie più prestigiose. L'obiettivo è controllare i parametri ambientali che possono influire sulla qualità delle uve nel corso del passaggio produttivo più delicato, l'appassimento, garantendo la qualità del prodotto finale. Ma l'automazione non porta alla standardizzazione del prodotto? Luca Degani, direttore della Cantina Valpantena, chiarisce ogni dubbio: «Il passaggio in fruttaio è un periodo di riposo dei grappoli, non un disseccamento forzato. Di conseguenza, è indispensabilel’intervento dell’uomo che, grazie alla pluriennale esperienza, monitora costantemente l’operato delle macchine e gestisce la strumentazione tecnologica, interpretando i dati disponibili secondo obiettivi certi e ben definiti».
Cantina Valpantena investe in tecnologia per garantire la qualità
La nuova struttura, composta da macchinari dall'azienda Sordato, ha una capienza di circa 260 mila plateaux per 1.560 tonnellate di uva. Il softwaredi gestione monitora e modifica i parametri ambientali di temperatura e umidità interni ed esterni al fruttaio, in base a logaritmi preimpostati. Quando l'ambiente esterno non consente il ricambio naturale, l'appassimento "entalpico" regola il clima e deumidifica l'aria del fruttaio. Anche la struttura innovativa dei plateaux rende più facile e omogeneo il passaggio d'aria tra i grappoli, evitando la formazione di muffe. «L’intero operato della Cantina Valpantena Verona ha lo scopo di garantire ai nostri clienti un prodotto di eccellenza sempre più controllato e fedele alle nostre promesse di qualità», ha dichiarato il direttore Degani. Dal 1958 a oggi, la volontà di competere nel mercato internazionale del vino di qualità orienta la filosofia produttiva dei soci di Cantina Valpantena: investire in tecnologia e ridurre l'impatto ambientale della produzione sono le due vie intraprese finora.