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Valoritalia: 1 miliardo di bottiglie controllate e solo 38 casi irregolari

12 Gennaio 2011 Alessandro Torcoli
I consumatori possono dormire sonni tranquilli, secondo Valoritalia. Sono 223.207 i pareri di conformità emessi dall'organismo istituzionale di certificazione che ha visto la luce il 1° agosto del 2009, come risposta alle norme stabilite da Bruxelles, e su oltre un miliardo di bottiglie che rappresentano l'universo di Denominazioni di origine controllate all'ente, solo 38 casi sono stati respinti con pareri di "non conformità" grave. Altri 430 casi di "non conformità" in realtà riguardano questioni legate al vigneto, non al vino. La società Valoritalia ha presentato oggi a Roma il bilancio 2010 della sua recente attività: oltre 19 mila visite ispettive, un terzo delle Denominazioni italiane sotto il suo microscopio (che rappresntano il 72% della produzione italiana Doc) e una squadra di 200 persone che lavora full time sull'attività. La società è controllata al 50% dall'ente certificatore CSQA e al 50% da Federdoc. Nel suo consiglio vi sono anche rappresentanti dell'Unione Italiana Vini e della Cooperazione. Valoritalia non è l'ennesimo ente preposto a tarpare le ali dell'imprenditoria vinicola italiana, è una società che assolve alle istanze dell'Unione Europea, che dal ° agosto 2009 richiede garanzie di terzietà molto rigide per controllare la conformità delle aziende vitivinicole italiane alle norme comunitarie, di fatto togliendo ai Consorzi il ruolo di verifica "erga omnes" (cioè anche ai non soci) e richiedendo maggiori garanzie di indipendenza. In sostanza: i produttori non possono più controllare se stessi. Al di là delle polemiche sulla "cultura del sospetto" diffusa nel nostro Paese, come ha detto oggi il presidente di Valoritalia Riccardo Ricci Curbastro, ora ai Consorzi di tutela delle Doc italiane spetta in pieno l'importante attività di promozione, di valorizzazione del brand territoriale e di programmazione produttiva in base all'andamento del mercato. Il fatto che a un ente nazionale si demandino le procedure di controllo può portare a notevoli benefici, innanzitutto per l'armonizzazione delle procedure stesse, prima frazionate e formalizzate tra soggetti di natura diversa, inoltre a innegabili economie di scala per ridurre i costi di certificazione delle aziende. La natura di Valoritalia, sostiene sempre Ricci Curbastro, «non è inquisitoria, ma di competenza e valorizzazione», l'obiettivo cioè è quello di fornire alle imprese una squadra di professionisti, "indipendenti" secondo le istanze europee, fornendo documenti facilmente spendibili (poiché riconoscibili ed emessi da un grande ente) sul mercato globale. Attualmente si affida a Valoritalia il 72% delle aziende, mentre il restante 28% si affida prevalentemente a enti locali. L'organizzazione, affidata al consigliere delegato Ezio Pelissetti, uomo del vino di lungo corso con alle spalle importanti esperienze consortili,  non è facile: il reperimento degli ispettori conformi alle nuove regole è infatti complicato, i tecnici ad esempio non devono avere in alcun modo conflitti di interesse, neppure alla distanza (come parenti con vigneti nelle zone di loro competenza). Rigido è anche il meccanismo per risolvere conflitti di interesse nel consiglio di amministrazione, dove è facile che siedano imprenditori vinicoli, ovviamente data la natura dell'attività societaria. Le Denominazione coinvolte nel lavoro di Valoritalia sono 176, 144 Doc e 32 Docg, che rappresentano il 72% del vino italiano a Do. «Questo garantisce una conoscenza approfondita e strutturata del mondo delle Denominazioni», sottolinea il consigliere delegato Pelissetti. «Siamo in grado di fornire una mole di dati che va dalla produzione di uva di ogni vigneto e vendemmia ai volumi di vino certificato a Do, dai volumi di vino destinati al consumatore alle giacenze totali di ogni vendemmia. In sintesi abbiamo creato un database che, attraverso la pubblicazione editoriale e il portale web con aggiornamento trimestrale, costituisce un formidabile strumento di lavoro per i produttori e per gli addetti ai lavori». Oggi sono stati presentati anche i prossimi obiettivi di Valoritalia che, dal punto di vista delle certificazioni, andranno a toccare i vini varietali, quelli Igt, il settore biologico e le certificazioni in ambito volontario. «Lavoreremo molto sulla semplificazione degli oneri burocratici con relativo abbassamento dei costi per le aziende», ha concluso Ricci Curbastro . «Gli step futuri vedono l’eliminazione degli albi degli imbottigliatori e di quelli dei vigneti e delle vigne. Quindi l’inserimento dello “sportello unico” per le denunce delle uve e le rivendicazioni delle produzioni tramite i servizi del Sian (Servizio Igiene Alimenti Nutrizione, ndr). Ovviamente opereremo per una riduzione dei costi per la certificazione e per un’innovazione del sistema tariffario. E per una quota di sussidiarietà tra le Denominazioni e i produttori che ha come fine ultimo quello di garantire l’indispensabile serenità degli operatori che rimane uno dei nostri principali obiettivi».

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