Queste le caratteristiche emerse durante le degustazioni all’incontro Anteprima Amarone che si svolge ogni anno a fine gennaio a Verona. La manifestazione è stata ospitata in Fiera, dove ha trovato spazi più consoni sia per la conferenza stampa sia per le 66 aziende, le quali hanno portato i loro prodotti appena imbottigliati oppure ancora campioni di botte. I quantitativi 2006 si aggirano sui 12 milioni di bottiglie, valore che in futuro sarà ridimensionato. La decisione di ridurre del 30% le uve messe ad appassire nel 2009 rispetto al 2008 si è imposta per mantenere alta l’offerta di fronte a un mercato che aveva rallentato la domanda. Una scelta coraggiosa che fa parte di una filosofia che vuole proteggere e tutelare l’immagine del prodotto.
La stessa filosofia è poi uno dei motivi del riconoscimento della Valpolicella quale “Regione vinicola dell’anno 2009” da parte della rivista americana Wine Enthusiast. E, ancora, dalla medesima filosofia sono partite le modifiche del disciplinare produttivo che hanno portato all’ottenimento della Docg per il Recioto e per l’Amarone e all’aggiunta dell’indicazione del territorio per le cinque denominazioni della Valpolicella: «Era da farsi assolutamente», ha precisato Luca Sartori, presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, «abbiamo protetto i nostri prodotti che sono molto ricercati all’estero e per questo oggetto di contraffazioni». Altre modifiche significative, quali l’aumento delle uve tipiche Corvina e Corvinone e l’imbottigliamento in zona, contribuiranno a far crescere il prestigio di questa bella famiglia di rossi veronesi.
Territori e vini a confronto nella Villa Quaranta di Tommasi Eleganza e potenza: è stato questo il filo conduttore di un interessante confronto tra vini di territori italiani a grande vocazione vinicola nell’espressione di cinque diverse realtà quali sono Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Sicilia. Teatro della singolare sfida, cui ha preso parte un ristretto numero di giornalisti del settore, il prestigioso Villa Quaranta Park Hotel della famiglia Tommasi a Ospedaletto di Pescantina nella campagna veronese, alla vigilia dell’Anteprima Amarone.L’idea, partita congiuntamente dai Tommasi e dal giornalista livornese Riccardo Gabriele, è stata quella di mettere a confronto vini che idealmente potrebbero avere un filo rosso comune: Barolo, Vino Nobile di Montepulciano ed Etna Rosso da una parte; Montefalco Sagrantino, Amarone e Tempranillo (toscano) dall’altra. A rappresentare queste importanti aree vinicole sono state chiamate rispettivamente le aziende Giacomo Fenocchio, Poderi Boscarelli, Girolamo Russo, Tabarrini, Tommasi e Pietro Beconcini. Del gruppo avrebbe dovuto far parte anche l’Aglianico dell’azienda Caggiano, che però all’ultimo momento non è potuta intervenire. Si è trattato di una mini verticale delle annate comprese tra il 2003 e il 2007 per scoprire le evoluzioni nella storia delle diverse Cantine. Una bella parata di ottimi vini, dal Barolo Bussia al Nocio di Boscarelli e al San Lorenzo, il cru etneo che Girolamo Russo produce da un vigneto a 850 metri di altitudine sulle pendici del vulcano. Vini potenti ed eleganti che hanno dimostrato un’ottima attitudine all’invecchiamento. Molto apprezzati, sull’altro versante, in particolare il Sagrantino Colle alle Macchie, uno dei cru di Tabarrini, così come l’Amarone base della Tommasi, mentre grande curiosità ha destato il neonato Vigna alle Nicchie di Pietro Beconcini prodotto con uve Tempranillo in purezza, una varietà che nella zona di San Miniato (Pisa) è presente da lungo tempo.