Con l’immissione sul mercato della vendemmia 2008 il Turriga, gioiello di casa Argiolas, compie vent’anni. Un vino nato con l’obiettivo di avere un prodotto da lungo invecchiamento che utilizzasse i vitigni autoctoni più interessanti della Sardegna e che potesse diventare l’emblema della qualità della vitivinicoltura isolana. Un progetto realizzato in origine grazie anche all’autorevole contributo di Giacomo Tachis ed oggi portato avanti dall’enologo Mariano Murru.
LA SARDEGNA NEL BICCHIERE - Il Turriga è un vino sardo al 100%, un blend di quattro vitigni autoctoni (Cannonau, Carignano, Bovale, Malvasia nera) vinificati autonomamente e poi uniti per dare vita all’alchimia perfetta, cioè la migliore espressione del potenziale vinicolo sardo. La base di Cannonau dona struttura, il Carignano rotondità e pienezza, il Bovale la ricchezza di frutto e infine la Malvasia nera la carica tannica.
IL VINO DELLA SVOLTA - «Turriga è anche il vino», ha spiegato Valentina Argiolas, direttore marketing e comunicazione, introducendo la verticale di cinque annate (1988, 1995, 2000, 2004, 2008) che si è tenuta al Vinitaly, «che più di qualunque altro rappresenta il cambiamento, l’evoluzione verso la qualità di Argiolas, la saggezza antica del patriarca Antonio Argiolas, affiancata dalla nuova consapevolezza di cui si è fatta portavoce la seconda generazione, i gemelli Franco e Giuseppe.È insomma il grande rosso da invecchiamento che interpreta il coraggio di osare, che ha innescato un circolo virtuoso e che ha portato Argiolas a farsi conoscere in tutto il mondo come sinonimo di vino sardo d’eccellenza».LA CONFEZIONE SPECIALE - Per celebrare il ventennale è stato messo in commercio un cofanetto, in edizione limitata di 2.000 esemplari, contenente una bottiglia di Turriga 2008, con etichetta disegnata da Antonio Marras, un cd con le note di Paolo Fresu e un racconto inedito di Marcello Fois (leggi anche Turriga E…Venti: edizione speciale per l’anniversario).