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Il Tai Rosso secondo Enrico Pegoraro

12 Settembre 2016 Jessica Bordoni
Non sono molti i produttori vinicoli che possono vantare un ex-convento del 1200 circondato da filari di vigna e piante di ulivo come sede aziendale. Così è per Enrico Pegoraro, classe 1982, anima e cuore della Cantina Pegoraro di Mossano, sui Colli Berici. Con lui sono attivi anche i genitori e i fratelli più piccoli Alessandro (enologo) e Valeria (dedita alla comunicazione e al marketing), mentre Enrico presiede le operazioni in campo e segue le vendite.

Un passato da conferitori, nel 1998 le prime bottiglie

«In realtà tutti facciamo tutto, la nostra è un’azienda di stampo fortemente familiare». L’avvio ufficiale risale al 1927, con il nonno di Enrico, ma per molti decenni i Pegoraro si sono limitati al conferimento delle uve. «Mio padre negli anni Ottanta ha iniziato a vinificare, ma è solo nel 1998 che abbiamo imbottigliato per la prima volta, smettendo progressivamente di portare le uve alla locale Cantina sociale».

Otto ettari vitati seguendo i principi di lotta integrata

L’azienda si estende per sei ettari di proprietà a cui se ne aggiungono due in affitto e l’obiettivo è quello di aumentare ulteriormente la superficie vitata nei prossimi anni. «Seppur piccoli, gestiamo l’intero processo produttivo per garantire la tracciabilità completa del prodotto. Lavoriamo in regime di lotta integrata, riducendo al massimo la chimica e trattando solo con rame e zolfo.

Tutte le espressioni del Tai Rosso di Enrico Pegoraro

Il vitigno di riferimento è lo storico Tai Rosso (geneticamente vicino al Cannonau sardo, al Grenache francese e alla Garnacha spagnola), che nel basso Vicentino ha trovato il suo ambiente di coltivazione ideale. «Nel 2001 alla versione base abbiamo affiancato la Riserva, mentre dal 2010 produciamo anche le bollicine rosé. Il Tai è un vitigno a cui sono profondamente legato e mi piace parlarne al plurale, sottolineando la sua grande versatilità e le sue molteplici espressioni. Nel Tai Rosso, Colli Berici Doc, esaltiamo soprattutto la freschezza e il frutto, con le caratteristiche note di lampone, mora, ciliegia, frutti rossi e la tipica chiusura ammandorlata. La nostra Riserva Rovea, invece, è più strutturata e robusta grazie anche a un affinamento in legno. I tannini sono dolci e ed eleganti, con piacevoli ricordi speziati».

Poco meno di 50 mila bottiglie, la metà di Tai

L’azienda produce complessivamente 45-50 mila bottiglie, di cui le varie declinazioni del Tai occupano circa la metà delle quote. Il resto è legato a etichette monovitigno e blend a base di Cabernet, Syrah, Barbera, Garganega e Tai (Tocai bianco). «Il mercato di riferimento è soprattutto il Nord Italia, intorno all’85 per cento. Gli spumanti hanno molto seguito a Milano. Il Rosé, ad esempio, è un Brut di medio corpo ideale per l’aperitivo». Tra le sfide del futuro c’è quella di incrementare le vendite all’estero.

Visite in Cantina a cadenza settimanale

Centrale è anche l’enoturismo, che vede Enrico Pegoraro impegnato con costanza. «Ogni settimana organizzo almeno due visite guidate. Il percorso prevede un tour tra le vigne, nei vari locali della Cantina e infine una tasting dei nostri vini più rappresentativi. Questo tipo di iniziativa ha molto seguito, soprattutto durante la bella stagione, e vi partecipano moltissimi turisti stranieri. Fortunatamente con l’inglese me la cavo bene!».

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