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Silicon Valley Bank Report: la crisi non si risolverà a breve

30 Gennaio 2025 Anita Franzon
Silicon Valley Bank Report: la crisi non si risolverà a breve

Secondo l’annuale analisi curata dal responsabile della divisione vinicola Rob McMillan, il volume di vino consumato negli Stati Uniti nel 2024 è diminuito del -2,4% e il tasso continuerà a scendere nel 2025. Non si tratta di un calo temporaneo, ma di una correzione del mercato di fronte alla quale è necessario elaborare una strategia. I cinque punti chiave.

Per approfondimenti: The drinks business, SevenFiftyDaily, Jancis Robinson e VinePair

Secondo il report “State of the U.S. Wine Industry” della Silicon Valley Bank (Svb) per il 2025, curato ogni anno dal responsabile della divisione vinicola Rob McMillan, il vino negli States sta attraversando una crisi mai affrontata prima e che non avrà soluzioni nel breve termine. Rob McMillan non usa giri di parole ed esorta tutti gli operatori del settore a sfruttare i dati delineati per elaborare una strategia, piuttosto che sperare che le condizioni cambino da sole: “Non possiamo più essere passivi”, afferma. Ecco i cinque punti principali del report:

1. La “correzione del mercato”

Sebbene i numeri non siano definitivi, il rapporto stima che il volume di vino consumato negli Stati Uniti nel 2024 sia diminuito del -2,4% e prevede che il tasso continuerà a scendere nel corso del 2025. Il rapporto è, inoltre, molto chiaro sul fatto che non si tratta di un calo temporaneo, ma di una correzione del mercato simile a quella avvenuta tra il 1986 e il 1994, da cui il settore era poi ripartito con grandi aspettative verso il futuro (The drinks business).

2. Prosecco e Ready-to-drink, grandi storie di successo

Tutte le fasce di prezzo hanno registrato cali nelle vendite al dettaglio, ma in termini di categorie, i Ready-to-drink (Rtd) a base di vino hanno avuto un grande successo, aumentando del +29,3% nel periodo di riferimento. Anche il Prosecco va in controtendenza, crescendo del +2,7%. Nel mercato statunitense le vendite di Syrah sono state colpite più duramente, ma anche il Malbec ha subito un calo. In generale, i vini bianchi stanno soffrendo di meno rispetto ai rossi.

3. Non ci sono soluzioni da emulare per l’attuale squilibrio domanda/offerta

Il report Svb si concentra poi sull’eccesso di inventario, che negli States si attesta intorno a 1,6 volte le vendite. Il settore del vino non è estraneo ai surplus, ma rispetto ad altri l’attuale squilibrio è guidato dalla domanda ridotta, piuttosto che da un’offerta eccessiva. Inoltre, se nelle crisi precedenti, come quella degli anni ’90, le soluzioni sono arrivate anche grazie a un sostegno ampiamente pubblicizzato a vantaggio di un consumo moderato di alcol e a una maggiore ricchezza creata dal mercato azionario statunitense, per l’attuale crisi “non abbiamo una soluzione storica da emulare“, scrive McMillan (SevenFiftyDaily).

4. La crisi non si risolverà a breve

In sostanza, le condizioni di mercato non cambieranno da un giorno all’altro, anche per via di un  surplus di scorte derivante dalla pandemia. “Tornare all’esaurimento delle scorte in modo prevedibile richiederà probabilmente tutto il 2025 e anche parte del 2026”, si legge sul rapporto, prevedendo un punto di pareggio tra il 2027 e il 2029.

5. I viticoltori dovranno attendere di più per il miglioramento

I viticoltori, sfortunatamente, saranno gli ultimi a beneficiare del miglioramento delle condizioni di mercato, con una previsione che per loro si allunga fino al 2030. Negli Stati Uniti, per esempio, la superficie coltivata in California e Stato di Washington sta superando la domanda attuale, mentre in Oregon è in equilibrio con la domanda. Molte Cantine in vendita non stanno ricevendo offerte, ma la situazione è migliore per le aziende vitivinicole vicine alla costa.

Conclusioni: creatività e collaborazione attiva

“Ci aspetta un duro lavoro, ma la creatività – qualità che abbiamo in abbondanza – ci fornirà soluzioni”, scrive, infine, McMillan, per il quale è necessario che il settore collabori attivamente per raggiungere, tramite un marketing mirato, i consumatori di età compresa tra 30 e 45 anni. Per il rapporto è proprio questa la chiave per smuovere il settore: non aspettare che questa generazione si avvicini da sola al consumo di vino com’era successo per i baby boomer. Presumere che questi consumatori svilupperanno una preferenza per il vino semplicemente invecchiando sarebbe un errore (Jancis Robinson e VinePair).

Foto di apertura: © R. Martinez

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