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Sudafrica: potenzialità enormi e il vino come occasione di crescita

31 Ottobre 2013 Jessica Bordoni
«Tutto è cominciato nel 2004, ed è proprio un esempio di come ci si possa innamorare del Sudafrica. Io di professione vendevo utensili meccanici, ho visitato la cosiddetta Nazione Arcobaleno durante un viaggio di piacere e sono tornato pieno di entusiasmo portandomi a casa 12 mila bottiglie di una sola azienda, con l’intento di rivenderle». A raccontarci la sua avventura è Fabio Albani, fondatore della società di importazione e distribuzione AfriWines. L’occasione è il South Africa media briefing, un incontro organizzato il 30 ottobre alla Maison Moschino dal dipartimento Trade and Industry e dal Consolato generale del Sudafrica a Milano per fare il punto sulle attività economiche e egli scambi commerciali tra i due Paesi. AFRIWINES, 10 ANNI e UN PORTFOLIO DI 40 ETICHETTE -  Vale la pena di sapere come continua la storia. «Quando il container con le casse di vini è giunto a destinazione», prosegue Albani, «mi sono detto: e adesso? Ovviamente non avevo alcun cliente vinicolo. Ho cominciato a darmi da fare, prima proponendomi ai ristoratori amici che frequentavo e poi partecipando a fiere ed eventi. Oggi, a distanza di 10 anni – e nel mezzo  anche un evento sportivo del calibro dei Mondiali di calcio che ha contribuito notevolmente a far conoscere le tradizioni e l'unicità di questo Paese al resto del mondo – ho una società che importa 40 etichette di vino. Siamo esclusivisti per alcune aziende storiche, che fanno bottiglie dal 1650. Con 60 agenti in Italia e altri 4 in Europa siamo presenti sia in Gdo, all’interno dei supermercati Carrefour e Coop, sia nel canale Horeca, dai winebar fino a ristoranti stellati come Le Calandre dei fratelli Alajmo». IL GRANDE POTENZIALE DEL FOOD&BEVERAGE - Una storia esemplare, che testimonia il potenziale economico del Sudafrica, ribadito dal console generale Saul Molobi: «Oggi più che mai c’è bisogno di investire in turismo. I numeri sono dalla nostra parte con un incremento del +7,1% di arrivi dall’Italia nel primo semestre 2013. Gli italiani amano la natura incontaminata della nostra terra, ma anche le sue strutture ospitali d’avanguardia, le città ricche di appuntamenti culturali, l’ottimo cibo e i vini sempre più ricercati. Il food&beverage, al cui interno la produzione enologica occupa un ruolo chiave, è destinato ad essere il settore trainante per la nostra affermazione a livello internazionale».  TUTTI I RELATORI - Al dibattito hanno preso parte anche Livia Martinuzzi, marketing manager della catena di hotel Sun International, che ha parlato del lancio del The Maslow Hotel a Johannesburg; mentre Lorenzo Accetta ha raccontato i plus dei voli South African Airways; e Giacomo Rotunno della NGCom ha presentato le maggiori fiere nazionali, tra cui l’Africa Big Seven, dedicata al cibo e ai macchinari per l’alimentare, in programma dal 22 al 24 giugno 2014. GEWÜRZTRAMINER, CHENIN BLANC E PINOTAGE - A fine convegno, in degustazione per i giornalisti intervenuti, c’erano tre vini del circuito AfriWines. «Ho pensato a tre etichette emblematiche del Sudafrica, adatte per la loro freschezza al momento dell’aperitivo», spiega Fabio Albani. Si è cominciato dal Gewürztraminer South African Soul dell'azienda Belbon Hills; a seguire o Chenin bianco  Savahna e il Pinotage Spier, tutti e tre vendemmia 2012 e provenienti dalla regione vinicola di Western Cape, che conta in tutto 480 cantine in attività.

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