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Storie di restrizioni al tempo del Covid 19

9 Dicembre 2020 Anita Franzon
Storie di restrizioni al tempo del Covid 19

C’è chi ha cercato di aggirare i divieti trasformandosi in un luogo di culto. E chi ha scoperto la solidarietà concreta della sua comunità. Ma anche in Usa la situazione dei ristoranti è drammatica (e rischia di peggiorare ancora).

Come riportato dal Nottingham Post, il proprietario di un locale della città specializzato in Tequila e Mezcal ha chiesto di convertire il suo bar in un luogo di culto con tanto di propria religione; solo in questo modo potrebbe rimanere aperto anche con le restrizioni di terzo livello, che in Gran Bretagna prevedono la chiusura delle attività di accoglienza e ristorazione, ma non delle chiese.

Tentativi curiosi per aggirare le restrizioni

Affinché l’astuto piano funzioni, il titolare James Aspell avrà bisogno che i clienti della sua Church of The Four Hundred Rabbits (chiesa dei quattrocento conigli) si iscrivano alla congregazione tramite il sito web dell’attività. Intervistato dal giornale locale, Aspell afferma: «L’intenzione è scherzosa, ma viene da un ragionamento serio. Con tutte queste restrizioni siamo costretti a chiudere e potrebbero volerci mesi prima di poter riaprire». Poi specifica: «Non vogliamo offendere nessuno o infrangere le regole».

E gesti di solidarietà

Il bar Swan Dive di Toronto, in Canada, stava rischiando di fallire per via dei vari lockdown. Ma dopo una richiesta di aiuto tramite la pagina Facebook, molti clienti hanno deciso di aiutare il locale comprando tutte le birre che aveva in magazzino. «La nostra comunità ci ha completamente salvati», ha detto la titolare alla CNN, che l’ha raggiunta dopo che il post era diventato virale sui social. Grazie al ricavato di questa vendita e al sussidio federale per l’affitto, la proprietaria sarà in grado di tenere a galla il suo Swan Dive ancora per qualche mese.

Ma per i ristoranti è una strage

Nonostante le tante iniziative originali e solidali, la situazione della ristorazione di tutto il mondo è davvero critica. Secondo la National Restaurant Association, negli Usa, solo negli ultimi tre mesi hanno chiuso 10.000 ristoranti. Ma se il calcolo parte da marzo, il conto sale a circa 110.000: il 17% dei ristoranti del Paese. «Ciò che questi dati chiariscono, è che più di 500.000 ristoranti dai franchising, alle catene a quelli indipendenti, sono in caduta libera economica», ha affermato Sean Kennedy, vicepresidente della National Restaurant Association. «E per ogni mese che passa senza una soluzione, tanti altri chiuderanno definitivamente i battenti» (Nation’s Restaurant News).

Foto Nottingham Post

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