Il vino? Si può ascoltare. Paolo Scarpellini (classe 1953) si autoproclama Sound Sommelier dopo 20 anni di critica giornalistica musicale e altri 20 come giudice e reporter su varie testate. Il suo credo? Considerare il vino come “musica da bere” e la musica come “vino da ascoltare”. Ecco quattro abbinamenti tra vino e musica suggeriti dal nostro Sound Sommelier. Per info: www.psmusicdesign.it
Jazz-Rock
Pingus 2004 - Dominio de Pingus
-
-
Con Térez Montcalm - Sweet Dreams. Una ruvida cantautrice canadese si accompagna a un playboy spagnolo fascinoso e âgé, il Pingus 2004 (Dominio de Pingus). Se i primi, scarni tocchi di chitarra aguzzano l’occhio sul rubino intenso del Tempranillo, la voce roca stupisce l’orecchio quanto l’intenso bouquet, ricco di frutto e tartufo nero, caffè e legni lontani, stupisce il naso. L’incedere soft di basso e batteria affianca poi l’attacco opulento, quello che al ritornello più ritmato dispiega un corpo pieno, vigoroso e “mirtilloso”. Il finale sonoro sfuma lentamente, come avvinto all’interminabile e voluttuosa lunghezza sul palato.
Classica contemporanea
Chardonnay Löwengang 2012 Alois Lageder
-
-
Con Max Richter & BBC Philharmonic Orchestra November. Il compositore e pianista tedesco incontra l’altoatesino Chardonnay Löwengang 2012 di Alois Lageder: stesso linguaggio, stesso solfeggio. L’eterea partenza del brano conduce la pupilla sul giallo dorato nel calice. Compare il ficcante violino solista, e subito la narice vibra al sentore di burro, vaniglia e frutta matura; come i suoi arpeggi aumentano di intensità e velocità, sulle papille si insinuano un gusto netto e una briosa acidità, mentre il crescendo orchestrale impreziosisce via via il già raffinato corpo del vino. Nel finale, l’improvviso stop sonoro lascia in gola un volatile ricordo boisé.
Swing
3 Fucili 2016 di Cascina Faletta
-
-
Con Fred Buscaglione - Teresa non sparare. Duri dal cuore morbido (e piemontesi) a confronto: il simpatico mascalzone Fred e il 3 Fucili 2016 di Cascina Faletta. La breve intro di piano e contrabbasso attira subito l’occhio sul cupo rubino del Pinot nero. Poi scatta la tromba a ritmo di swing, coinvolgendo l’olfatto in svolazzi di bacca nera e pepe bianco. L’aggiunta di voce, piano e contrabbasso alza quindi il tono, incalzando al palato succosa fruttosità e avvolgenza tannica, mentre il sax sprizza lampi di liquirizia. Il concitato finale, con tanto di spari, bilancia per contrasto una chiusura elegante con vaghe ombre di sapidità.
Folk-pop
Franciacorta Brut di Ronco Calino
-
-
Con Kings of Convenience - Misread. Dalla Norvegia, un noto duo indie mette in musica il Franciacorta Brut di Ronco Calino. Il primo, delicato riff di piano sottolinea alla vista la tinta dorata di questa cuvée. Alla sovrapposizione di chitarra e batteria, le narici si inebriano di fiori bianchi, mela e ciliegia, oltre a erbe aromatiche raccolte dal violino. Tocca alla voce dal tono sommesso, poi, schiudere in bocca ananas e miele d’acacia, mentre il piano svela struttura piena e acidità equilibrata. Il finale sonoro, sulle delicate corde del violoncello, semina sul retropalato evanescenti gocce di vaniglia e frutti rossi.
Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 6/2018. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com