L'altro bere

L'altro bere

Solo rose bulgare per il Rosolio Carlotto

7 Ottobre 2019 Maria Cristina Beretta
Solo rose bulgare per il Rosolio Carlotto

Il liquore della tradizione mitteleuropea ha trovato una valida espressione nel Vicentino grazie a una famiglia dalle antiche origini ungheresi. Il rosolio va servito fresco ma senza ghiaccio, per esaltare profumi e aroma.

La vera rosa bulgara, chiamata rosa damascena o di Damasco, è la protagonista del rosolio che la famiglia Carlotto di Valdagno, nel Vicentino, produce sin dall’anno di fondazione dell’attività, il 1919. Per essere precisi l’utilizzo del fiore di quest’antica varietà dal netto color rosa e dai petali un po’ arruffati risale a diversi decenni prima, all’antenato Anton Potepan di origini ungheresi, che arrivò in Italia per il servizio militare. A quei tempi i territori vicentini facevano parte del Regno austro-ungarico così come le terre della Bulgaria, già fornitrice di rose per la preparazione del liquore.

La bottiglia di Rosolio Carlotto

Il successo arrivò con il rosolio

La rosa bulgara è nota da secoli per i suoi profumi, che riesce però a sviluppare solo nella sua terra natia. Lì esiste una valle delle rose dove le piante si sono acclimatate al meglio. Ancora oggi questi fiori sono i preferiti al mondo per l’estrazione dell’olio essenziale, importante anche nel settore dei profumi.
Dopo il servizio militare Anton Potepan, incantato dalla bellezza dei luoghi vicentini, decise di trasferirsi in Italia e di introdurre la preparazione dei liquori della tradizione a partire dal rosolio, che si impose velocemente sul mercato. Il figlio Giovanni ampliò l’attività di famiglia alla pasticceria.

Nella foto: Daniela Carlotto, attuale responsabile aziendale – © D. Ciscato

L’articolo prosegue su Civiltà del bere 5/2019 . Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

L'altro bere

Città del caffè, la scena stellare di Vancouver

Per favore Accedi per vedere questo contenuto. (Non sei registrato? Registrati!)

Leggi tutto

Il sake è patrimonio Unesco

Il riconoscimento a “patrimonio culturale immateriale dell’umanità” è avvenuto lo scorso 5 […]

Leggi tutto

Bruxelles, laboratorio etico e sperimentale del caffè

La capitale belga vanta una tradizione che risale al XVII secolo. È […]

Leggi tutto

Iga, la birra che si fa (anche) con l’uva

Nata nel 2015, l’Italian Grape Ale è uno “stile non stile” che […]

Leggi tutto

Addio a Benito Nonino, l’uomo che ha nobilitato l’arte della Grappa

Sono passati pochi giorni dalla scomparsa del grande distillatore friulano, avvenuta all’età […]

Leggi tutto

Caffè: con il design c’è più gusto

La macchina casalinga si è trasformata in un oggetto di culto, progettato […]

Leggi tutto

Belgian Tripel, potenza e bevibilità

Lo stile, nato nel monastero trappista di Westmalle, ha fatto scuola nel […]

Leggi tutto

Birre dallo stile ossidativo, moda che convince

Si tratta di birre pensate per l’invecchiamento, che nella maturazione in legno […]

Leggi tutto

God save the pub! Il fascino del bancone per gli inglesi

Per favore Accedi per vedere questo contenuto. (Non sei registrato? Registrati!)

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati