“Il Consorzio del Prosecco Doc, considerata la relazione redatta dal Cirve (Università degli studi di Padova) delibera la richiesta di adozione dei provvedimenti previsti dalla normativa vigente al fine di disporre lo stoccaggio, nella misura del 10%, dei vini atti alla produzione di Prosecco Doc ottenuti nella vendemmia 2012, allo scopo di garantire l'equilibrio del mercato”. Questa in sintesi la delibera con la quale il 6 luglio scorso il Consorzio interregionale del Prosecco Doc (Veneto e Friuli Venezia Giulia) dava mandato al neopresidente Stefano Zanette di richiedere agli assessorati regionali competenti una misura che che sembra denunciare se non uno stop, quantomeno un rallentamento della “corsa” del Prosecco sui mercati.
GLI ACCORDI UNANIMI - Un provvedimento approvato all'unanimità: tutti favorevoli i 3.658 soci (presenti in proprio o per delega) di cui 3.634 viticoltori. Si è così avviato l'iter che ha portato il 24 agosto la Regione Veneto ad emanare il decreto n.96 con cui si autorizza lo stoccaggio atteso, che anche la Regione Friuli Venezia Giulia ha in corso di adozione, con analoghe disposizioni che, a quanto si apprende, sono in dirittura di arrivo. Ma proprio dal Friuli arriva un "distinguo".
UNA VOCE FUORI DAL CORO - A esprimere una decisa contrarietà allo stoccaggio del Prosecco è la Confagricoltura regionale, per bocca del suo presidente, Piergiovanni Pistoni, che dà voce alle istanze dei suoi associati, «in particolare quelle provenienti dalle maggiori aziende agricole, che vantano un’importante produzione di Prosecco in regione», precisa il presidente. Che prosegue: «Il giudizio negativo nasce dal fatto che nella nostra regione, alla data odierna, non risulta raggiunto il limite di superficie fissato a 3.500 ettari di vitigno Glera», e che le superfici messe a dimora «solo in parte entreranno in produzione nel corrente anno e con una resa limitata al 60%. Per di più la siccità causerà naturalmente un calo della produzione».
LE RAGIONI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA - Confagricoltura, in buona sostanza, ritiene che lo stoccaggio potrebbe provocare squilibri e difficoltà nella commercializzazione, a scapito dei produttori di uva. Continua Pistoni: «Nel caso in cui il prodotto ritirato non venisse immesso sul mercato come Prosecco ma come vino frizzante, potrebbe generare una turbativa sul mercato con prezzi molto bassi». Per la vendemmia 2012, tuttavia, ormai le decisioni sono state prese. Cosa propone per il futuro Confagricoltura Fvg? «A nostro parere» conclude il presidente «si dovrà intervenire sulla resa massima consentita dal disciplinare di produzione delle uve Prosecco».