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Sherry, grandi cambiamenti in vista per la Denominaciòn di Origen spagnola

16 Settembre 2021 Anita Franzon
Sherry, grandi cambiamenti in vista per la Denominaciòn di Origen spagnola

Il famoso vino liquoroso di Jerez, meglio conosciuto come Sherry, fu il primo in Spagna, nel 1935, a ottenere la Denominaciòn di Origen, ma a breve sarà protagonista di cambiamenti epocali appena approvati dal Consejo Regulador della DO. Le principali modifiche riguardano i vitigni autorizzati, le modalità di vinificazione e di invecchiamento, ma anche la classificazione – già piuttosto complessa – degli Sherry. Questi provvedimenti allargheranno e diversificheranno i vini che possono rientrare all’interno della denominazione.

Per approfondimenti: Decanter, The drinks business e Food & Wine

Una revisione su larga scala della DO Jerez-Xérès-Sherry è stata approvata dal suo Consejo e, a partire da novembre 2021, il nuovo regolamento entrerà in vigore. Secondo quanto riportato dalla rivista Decanter, la decisione prende avvio da un lungo conflitto tra le località di Jerez e Sanlúcar de Barrameda su questioni di produzione e classificazione degli Sherry nelle tipologie Fino e Manzanilla.

Una Do dinamica e aperta

Tuttavia le modifiche vanno ben oltre la risoluzione della faida in corso e introducono importanti novità. Commentando la notizia, l’esperta di vino spagnolo e co-presidente dei Decanter World Wine Awards Sarah Jane Evans MW ha affermato che i cambiamenti sono incoraggianti e riflettono una denominazione “dinamica”, aggiungendo che la nuova serie di regole darà finalmente a Jerez «la possibilità di parlare di vitigni, suoli e diversità nella produzione del vino». Anche secondo il presidente del Consejo Regulador di Jerez César Saldaña le modifiche apportate al disciplinare dello Sherry costituiscono un «primo grande passo in avanti» per la famosa DO spagnola.

Le novità più importanti

Le novità più importanti comprendono l’ampliamento della zona di produzione, l’inclusione, accanto ai tre vitigni finora autorizzati (Palomino, Moscatel e Pedro Ximénez) di altre sei varietà a bacca bianca prefillossera (Beba, Cañocazo, Mantúo Castellano, Mantúo de Pilas, Perruno e Vigiriega) e una mappa aggiornata e molto più ampia dei cru qui chiamati Pagos. Ci saranno cambiamenti di rilievo anche all’interno della classificazione. Il termine Viñedos de Jerez Superior potrà essere utilizzato per qualsiasi area della DO in modo da prediligere il criterio tecnico all’origine geografica; è stata inoltre creata la nuova categoria Fino Viejo per i prodotti con almeno sette anni di invecchiamento, così come per i Manzanilla Pasada (The drinks business).

Uno sconvolgimento epocale

Ma la modifica che, tra tutte, ha creato più scalpore sconvolge uno dei pilastri portanti dello Sherry. Sul fronte della vinificazione, infatti, non sarà più necessario fortificare i vini se raggiungono naturalmente il grado alcolico richiesto in fase di fermentazione. Si tratta di un passo particolarmente significativo, in quanto anche i vini non fortificati d’ora in poi rientreranno nelle normative della denominazione. In realtà, però, non si tratta di una novità perché, come si legge sul magazine Food&Wine, questa tecnica è già ampiamente usata dai produttori spagnoli che, fino a oggi, semplicemente non etichettavano i loro vini come Sherry. Con questa sola modifica la denominazione allargherà significativamente il numero dei vini che potranno usare il marchio DO.

Foto di apertura: i colori dello Sherry © M. Kaharlytskyi – Unsplash

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