L'altro bere

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Attenti al sake Gekkeikan! L’Antinori del Giappone

29 Settembre 2015 Alessandro Torcoli
L'appassionato di vino social e giramondo potrà facilmente intrigarsi col sake: bevanda dalla tradizione millenaria, in Giappone, è quasi complessa come il vino. E vanta i suoi Antinori, come l'azienda Gekkeikan ("since 1637") che abbiamo conosciuto a Milano poche settimane fa (in occasione del Milano Sake Festival 2015). Anzi, a onor del vero, i discendenti del fondatore Jiemon Okura sono indietro di 300 anni, perché gli Antinori vantano 26 generazioni e come data di fondazione il 1385. Ma sono tanti ugualmente, 378 anni di storia nel "beverage" nipponico. Ora la Gekkeikan sull'onda del successo planetario della sushi-mania, ha mire espansionistische e si sta aprendo decine di mercati internazionali, diffondendo la sofisticata cultura del sake.

Sake in ascesa. Il vino ha un concorrente?

Esistono alcune analogie tra il sake e il settore del vino, e un motivo per cui dobbiamo cominciare a considerare questa bevanda un potenziale concorrente. Il mercato giapponese è in calo, ma i consumi crescono all'estero. Si cerca di proporlo in svariate tipologie (o stili) per avvicinarlo a diverse occasioni di consumo: gradevolissimo, ad esempio, il Gekkeikan Utakata Sparkling Sake, frizzante e fresco, con un packaging attraente specie per il target femminile e giovane cui si rivolge. Insomma, il sake sta uscendo dal "confino" dei ristoranti giapponesi per essere apprezzato in tanti altri contesti. Ricorda l'evoluzione del successo del vino tricolore, che dalle trattorie "pizza, meatballs e mandolino" si è spostato nell'alta ristorazione, non solo italiana.

La biodiversità del riso

Dicevamo che il sake è complesso quasi come il nettare di Bacco. Il "quasi" sta soprattutto nella minore biodiversità del riso rispetto alla vite, ma minore non significa affatto assente: ad esempio, il nostro sake preferito della Gekkeikan, Horin Junmai-Daiginjou, nasce dall'assemblaggio di due tipi di riso pregiato: Yamada-Nishiki e Gohyakuman-Goku. Insomma da perderci la testa. Ci aspettiamo presto i Masters of Sake.   Foto: Riccardo Gaglio

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