«Mio padre ha dedicato tutta la sua vita al lavoro. È stata una persona lungimirante, cordiale, aperta, brillante, un po’ come il suo e nostro Lambrusco». Claudio Cavicchioli, ora alla guida dell'azienda vinicola di famiglia, ricorda così Piergiorgio Cavicchioli. Il pioniere del Lambrusco è morto qualche giorno fa alla soglia degli 85 anni. È stato sepolto nel cimitero della "sua" San Prospero, dopo i funerali di lunedì 9 aprile.
Cavicchioli e il Lambrusco nel mondo
La piccola Cantina di famiglia ereditata nel 1964 dal padre Umberto rappresentò presto un vero trampolino di lancio per il Sorbara in Italia (e nel mondo), grazie al lavoro di valorizzazione del vitigno e riconoscibilità del marchio intrapreso da Piergiorgio Cavicchioli con i fratelli Umberto, Franco e Romano. Ancora oggi Cavicchioli è fra i produttori di Lambrusco più noti e riconosciuti dalla critica (con etichette come il Vigna del Cristo).
Il legame indissolubile con la sua terra
Piergiorgio Cavicchioli, al contempo, «ha sempre dato grande valore alla convivialità e al legame con la nostra terra, tra i 90 ettari di vigne in territorio di Sorbara e l’area produttiva e di imbottigliamento di San Prospero», ha raccontato il figlio Claudio alla Gazzetta di Modena. Un senso d'appartenenza percepibile anche nelle numerose iniziative e donazioni intraprese dall'imprenditore a favore della collettività.
Le nostre condoglianze alla famiglia: i figli Sandro, Claudio e Federica, la moglie Liliana e i nipoti Carlo e Laura.