Partirà nel 2016 il primo progetto pilota di certificazione per la produzione integrata in vigna nell’ambito di una denominazione. Una iniziativa pionieristica, attivata dal Consorzio Tutela Valpolicella, che sposa qualità e sostenibilità nel contesto di un protocollo rigoroso e che coinvolgerà un gruppo campione di aziende su adesione volontaria. «Uno strumento importante, rivolto a un intero territorio, per rispondere alle esigenze di un consumatore, italiano e straniero, sempre più attento anche alla salubrità del prodotto» ci dice Olga Bussinello, direttrice dell’ente consortile. «L’obiettivo successivo sarà poi proporre la certificazione per la produzione del vino».
Con Siquria la sostenibilità è a tutto campo
Il protocollo per la certificazione di produzione integrata sarà validato da Siquria. In concreto, prevede l’adozione di una serie di attività agronomiche mirate a ridurre l’impatto aziendale sull'ambiente e la coltivazione. Le aziende che aderiranno, dopo il controllo iniziale da parte dell’ente certificatore, saranno informate settimanalmente e supportate dal Consorzio - da febbraio alla vendemmia 2016 - sulle diverse operazioni da svolgere, che riguardano la gestione del suolo, del vigneto, la sicurezza igienico-sanitaria e la professionalità del personale, con un’attenzione a garantire il reddito d’impresa. Il protocollo inserisce infatti in un sistema integratoevirtuoso dalla concimazione all’irrigazione, dal diserbo alla gestione del personale, coniugando sostenibilità e bilancio economico. «In particolare, dovranno essere adottati i sistemi agronomici che utilizzano al minimo i mezzi chimici» spiega Olga Bussinello. «Un processo graduale di avvicinamento a una qualità superiore nella gestione del vigneto che, coinvolgendo un intero territorio, punta ad avere ricadute non solo sotto il profilo vitivinicolo ma anche sociale».
Produzione integrata in vigna, un progetto che piace
Il progetto, presentato nelle scorse settimane ai soci del Consorzio e ad amministrazioni comunali della Valpolicella classica Doc e del Veronese, ha suscitato interesse e riscosso i primi consensi. E il Consorzio è al lavoro per elaborare un marchio che verrà conferito a fine campagna 2016 alle aziende che avranno rispettato rigorosamente il percorso di certificazione. Una sorta di “etichetta” che le Cantine potranno esporre in vigneto o utilizzare nella comunicazione al consumatore. Un simbolo che certifica che le loro uve hanno meno residui e, quindi, la loro qualità è particolarmente rispettosa dell’ambiente e della salute.