Il 2015 comincia con buone premesse per i nostri spumanti. I dati di bilancio delle aziende Uiv (che rappresentano oltre il 50% del fatturato nazionale in commercio vinicolo e l''85% dell'export), incrociati con le cifre Ismea, evidenziano un consolidamento dei consumi interni e un incremento dell'export, soprattutto in Regno Unito, Usa, Germania, Svizzera, Russia, Giappone e Cina. I primi 8 mesi dell'anno appena concluso segnano +21,7% in volume e +16,4% in valore. Ma ci sono tematiche su cui lavorare.
METODO CLASSICO VS CHARMAT? - Spiega Domenico Zonin, presidente dell'Unione Italiana Vini: «Dati più precisi verranno presentati entro i primi sei mesi del 2015, quando saranno definitivamente chiusi i bilanci di tutte le aziende. Ma credo si debba prendere atto che il comparto spumantistico nazionale fatica a strutturarsi organicamente per affrontare con coesione e determinazione il salto inevitabile verso i mercati stranieri, sempre più interessati al nostro prodotto di qualità. I vini spumanti soffrono di una dicotomia commerciale significativa. Dall’elaborazione dei nostri dati interni, infatti, risulta evidente come il Metodo Classico sia ancora troppo orientato al mercato italiano rispetto ai vini prodotti con metodo Charmat, come il Prosecco e l'Asti, che invece trovano all’estero grande spazio».