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Pomodorino del piennolo: il sole del Vesuvio in bocca

15 Settembre 2016 Maria Cristina Beretta
Si mantiene fresco fino alla primavera successiva, da marzo a maggio, a seconda se la maturazione è avvenuta in un'annata un po' piovosa o bella asciutta. Il Pomodorino del piennolo ha questa vitalità, gliela regala il Vesuvio che gli permette di essere molto apprezzato per avere un buon equilibrio tra le sensazioni di sapidità, dolcezza e acidità unite a note minerali tipiche dei terreni vulcanici.

Il pomodorino appeso

La definizione "del piennolo" non ha una traduzione letterale: significa appeso, riferendosi a diverse varietà di pomodorino. Si tratta di alcuni ecotipi che durano a lungo e che per essere meglio conservati vengono appesi. Se ne legano i rametti in un grosso grappolone da 1,5 a 5 chili che inizia ad apparire sul mercato a fine luglio, ma dato che la raccolta dura per tutto il mese di agosto, è a settembre che si trova l'offerta più ampia di pomodorino del piennolo.

L'autentico Pomodorino del piennolo

Per durare a lungo, i pomodorini devono avere caratteristiche ben precise. A partire dalla buccia, che deve essere spessa. Le dimensioni devono essere piccole ( non più di 25 grammi) e la polpa deve riempire bene l'interno, mantenendo il giusto rapporto tra polpa-buccia. Il disciplinare di produzione della Dop elenca alcuni ecotipi della specie Lycopersicon esculentum (nome botanico del pomodoro) a cui fare riferimento. Non viene indicata alcuna specifica varietà: il motivo è che ciascuna famiglia di produttori ha, in pratica, un suo seme. L'ha selezionato nel tempo, dato che la coltura del pomodorino sul Vesuvio è antica e che le piantine fanno parte da sempre dell'orto di casa.

Piccole produzioni di famiglia

L'autentico pomodorino del piennolo si dovrebbe riconoscere anche per la piccola punta finale e la buccia solcata da incisioni o costolature: è difficile che sia liscio. Sembrerebbe che i paesi affacciati sul versante del Vesuvio che guarda il mare riescano a ottenere un prodotto leggermente più sapido, mentre le località verso l'interno lo producano lievemente più acidulo. In ogni caso, si tratta di sfumature infinitesimali raccontate da chi lavora e vive sul posto e che conosce praticamente di persona i circa 50 produttori iscritti alla Dop.

Spaccati e mangiati

I cultori adorano i pomodorini del piennolo spaccati e messi a crudo, oppure leggermente passati in padella, sui piatti, dalla pizza, agli spaghetti, al pesce. Chi ha qualche problema a gestire il grappolone li trova nei vasetti sotto forma di passata semplice, passata con pomodorini interi oppure "a paccatelle", spaccati in due. Questo tipo di lavorazione rimane la più artigianale poiché il taglio e la sistemazione nei vasetti devono essere eseguiti manualmente.

Il sole del Vesuvio in bocca

Il prodotto lavorato non può vantare il bollino della Dop, che si riferisce solo al fresco, ma può riportare in etichetta la provenienza della materia prima. Se si considera il tempo che occorre per realizzare un piennolo - non solo nel comporlo, ma anche nel selezionare i rametti - e, procedendo a ritroso, il tempo impiegato a raccoglierli e la scomodità, visto che sono piantine alte circa 80 centimetri, appare logico che il prezzo sia più alto rispetto alle altre varietà. Poco importa, il premio è unico: gustare il sole del Vesuvio in bocca.

Gli indirizzi

Di seguito, la nostra selezione di produttori di Pomodorino del piennolo: Le Tradizioni Giolì di Angelo di Giacomo, via Palmiro Togliatti 37, San Giorgio a Cremano (Napoli) 338.6356591 - 081.77.14.144 Coppola 1934 di Pasquale Coppola, via Sacerdote Cozzolino Benedetto 79, Ercolano (Napoli) 366.80.15.610 Sorrentinovino Contryhouse, via Fruscio 2, Boscotrecase (Napoli) 081.8584963 - 338.1354415 Azienda agricola Casa Barone di Giovanni Marino, via Antonio Gramsci 109, Massa di Somma (Napoli) 081.06.06.007 - 342.59.67.016 Agriturismo Bel Vesuvio Inn, di Anna Sorrentino, via panoramica Fellapane 40, San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) 081.77.11.243

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