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A Piozzo il nuovo birrificio Baladin per festeggiare i 30 anni

15 Luglio 2016 Jessica Bordoni
Visionario, appassionato, tenace: sono questi i primi aggettivi che vengono alla  mente per descrivere Teo Musso, pioniere della birra artigianale in Italia nonché fondatore di Baladin. Oggi il marchio compie 30 anni e li festeggia in grande stile con l’inaugurazione di un nuovo impianto di produzione altamente tecnologico, che permetterà di ottimizzare i tempi e il risparmio energetico grazie a un elevato controllo della qualità e a una maggiore flessibilità.

L’apertura a Piozzo, 30 anni dopo il pub

Il nuovo birrificio non poteva che sorgere a Piozzo, piccolo paesino langarolo dove l’avventura è cominciata: correva infatti l’anno 1986 quando, in una zona di produzione di grandi vini piemontesi, un giovanissimo Teo Musso decideva di aprire il pub Le Baladin per proporre le sue birre.

In programma anche l’Open Garden Baladin

«La nuova proprietà si estende per circa 73 mila metri quadrati con ampie aree verdi», spiega lo stesso Musso. «All’interno c’erano una cascina settecentesca, dei capannoni e una palazzina che abbiamo recuperato in questo intenso anno e mezzo di lavori. È stata avviata anche la riqualificazione del parco, che sarà pronto entro la primavera del 2017 per l’apertura dell’Open Garden Baladin. Ogni settimana il parco ospiterà il mercato agricolo dei contadini e non mancheranno anche un piccolo mulino a pietra per macinare i cereali e fare il pane, una macelleria gestita ogni mese da un macellaio diverso, un’area campeggio dove sostare... Anche l’impianto di produzione sarà aperto alle visite guidate, inizialmente nel weekend, poi con cadenza giornaliera. Vogliamo proporre un nuovo modo di avvicinarsi alla cultura della birra. Perché, come amo ripetere, la birra è prima di tutto terra».

Il nuovo birrificio Baladin: un progetto su misura

Tornando al birrificio, con questo impianto la capacità produttiva passa dagli attuali 20 mila ettolitri all’anno a un potenziale di 50 mila. Tutti i macchinari sono stati realizzati su misura, customizzati sulle esigenze Baladin e rigorosamente made in Italy. «Per le tubazioni – fondamentali per gestire i flussi dei liquidi – ci siamo affidati alla Racca Impianti di Cavallermaggiore (Cuneo), che ha progettato un sistema integrato a elevata efficienza per la massima sanificazione e igienizzazione del laboratorio».

La cantina di fermentazione e quella di affinamento

Nella cantina di fermentazione trovano spazio 12 grandi tini di acciaio troncoconici di 200 ettolitri destinati alla sosta delle birre più vendute, mentre gli otto fermentatori da 100 ettolitri e i quattro da 50 ettolitri sono riservati alla produzione di birre speciali. Il percorso prosegue nella cantina di affinamento in legno con botti da 100 ettolitri e barrique da tre. «Abbiamo deciso di posizionare qui anche una botte giapponese di Kioke da 30 ettolitri che mi è stata regalata alla chiusura di Expo dall’artigiano Masao Yamamoto. È stata realizzata con assi di cipresso di oltre 100 anni d’età tenute insieme da una cintura in bambù. La utilizzeremo per una nuova birra, la Xyauyù Kioke, che costituirà la prima esperienza di affinamento aperto».

Oltre 400 ettari coltivati a orzo e un nuovo luppoleto

Sul fronte agricolo, invece, Baladin ha deciso di incrementare la superficie coltivata a orzo da maltare, che oggi supera i 400 ettari tra Piemonte, Basilicata e Marche. È stato inoltre impiantato un ettaro a luppolo a proprio poche centinaia di metri dal birrificio. «Il nostro obiettivo è di diventare completamente autonomi, ad eccezion fatta per l’acquisto delle spezie, entro il il 2022». L’impegno per lo sviluppo della coltivazione del luppolo sul territorio nazionale ha condotto Teo Musso anche alla messa a punto del prototipo di un macchinario per la raccolta sul campo del luppolo maturo. «Si tratta della Baladin Hop Machine, che permetterà agli agricoltori di ottimizzare notevolmente le tempistiche». Per quanto riguarda l’autosufficienza idrica, invece, è importante sottolineare che l’acqua utilizzata proviene da fonti naturali presenti all’interno della proprietà.

La collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo

«La prima birra prodotta nel nuovo birrificio è stata una birra didattica», conclude Teo Musso. Il nuovo birrificio ospita, infatti, anche la sede operativa del corso di alto apprendistato per mastri birrai promosso dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. E del vecchio impianto che ne è stato? «Sarà inviato in Sudafrica, dove stiamo lavorando per creare Baladin Africa». Ma questa è un’altra storia, ed è ancora troppo presto per parlarne.

Cantastorie

La festa per i 30 anni di Baladin e l’inaugurazione del nuovo impianto di produzione prosegue fino a sabato 16 luglio. Il birrificio apre le porte al pubblico dalle ore 19 e per l’occasione Teo Musso ha voluto che ci fosse anche la compagnia francese del Cirque Bidon. Fu proprio l’artista François Bidon, tanti anni fa, a suggerire il nome Baladin, che in francese antico significa cantastorie.

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