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Pernod Ricard cede parte dei brand vinicoli ad Accolade Wines

25 Luglio 2024 Anita Franzon
Pernod Ricard cede parte dei brand vinicoli ad Accolade Wines
© Cineberg - Shutterstock

Questa operazione dimostra come i grandi gruppi, anche i più consolidati, stiano accusando il colpo del calo dei consumi del vino. La chiusura dell’acquisizione dovrebbe avvenire durante il primo semestre del 2025 e al momento non è stato rivelato alcun dettaglio finanziario

Per approfodimenti: Meininger’s International, Reuters e CNN

La multinazionale francese famosa per il suo variegato portafoglio di alcolici, tra cui la vodka Absolut, il pastis Ricard, il rum Havana Club e gli champagne Mumm e Perrier-Jouët – ma anche i marchi italiani Malfy e Ramazzotti – ha deciso di vendere parte del suoi brand vinicoli all’australiano Accolade Wines. Nonostante l’intento dichiarato da Pernod Ricard in un comunicato stampa sia quello di “rafforzare ulteriormente la propria strategia di premiumizzazione e di indirizzare le risorse verso un portafoglio di marchi di lusso”, questa operazione dimostra come i grandi gruppi, anche i più consolidati, stiano accusando il colpo del calo dei consumi del vino.

L’accordo con Accolade

Secondo quanto dichiarato dal gruppo con sede a Parigi, l’accordo con Australian Wine Holdco Limited (AWL) proprietario di Accolade Wines sarebbe avvenuto come il “risultato della continua valutazione da parte di Pernod Ricard delle opportunità strategiche, in linea con la sua politica volta a fornire valore sostenibile ai suoi azionisti, dipendenti, clienti e partner”. Inoltre, il vantaggio di aver venduto la propria divisione vinicola a un player di scala globale “con un percorso di mercato dedicato esclusivamente all’industria del vino”, potrà consentire ai brand acquisiti di beneficiare “dell’attenzione necessaria per raggiungere il proprio potenziale, rafforzare la propria posizione e cogliere nuove opportunità in tutto il mondo”.

I brand ceduti

La transazione include la vendita di un ampio portafoglio di brand australiani (Jacob’s Creek, Orlando e St Hugo), neozelandesi (Stoneleigh, Brancott Estate e Church Road) e spagnoli (Campo Viejo, Ysios, Tarsus e Azpilicueta). La chiusura dell’acquisizione si prevede che avvenga durante il primo semestre del 2025 e al momento non è stato rivelato alcun dettaglio finanziario. Secondo Meininger’s International Pernod Ricard non aveva nascosto il desiderio di “sbarazzarsi di questi asset e aspettava solo un acquirente pronto a comprarli in un unico pacchetto”. D’altronde questa porzione di divisione vinicola ha rappresentato nel 2023 solamente il 4% dei ricavi del colosso degli alcolici, con un calo del -2% rispetto all’anno precedente.

E quelli mantenuti

Pernod Ricard ha invece mantenuto le maison di Champagne perché si comportano in modo simile agli alcolici, permettendo quindi margini elevati e operazioni nell’ambito del marketing del lusso. Sono rimaste al gruppo francese anche le etichette argentine e cinesi, oltre alle proprietà californiane Mumm Napa e Kenwood, storica tenuta di 100 ettari di Sonoma acquisita nel 2014. Secondo la stampa internazionale, l’accordo Pernod Ricard-Accolade non sarebbe molto diverso da quello firmato tra Constellation e Gallo Winery, quando quest’ultima ha acquisito oltre 30 marchi di vino.

Vino: un mercato difficile

«L’accordo creerà un futuro più certo e finanziariamente sostenibile per l’azienda», ha affermato il portavoce di AWL Joshua Hartz, aggiungendo che con le nuove acquisizioni saranno maggiormente in grado di adattarsi ai mutevoli gusti dei consumatori e di affrontare le sfide che il settore deve affrontare (Reuters). Ma l’operazione arriva dopo che lo scorso anno – secondo una stima dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV) – il consumo di vino a livello globale ha toccato il minimo degli ultimi decenni. «La cessione da parte di Pernod Ricard ha senso, dato che il segmento stava perdendo ricavi già da un po’ di tempo e il mercato globale del vino è ancora difficile», ha detto a CNN Sarah Barrett di Wine & Spirits Daily.

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