Il famoso marchio australiano di vini premium Penfolds sta per separarsi dall’azienda “madre”. L’obiettivo è concentrarsi su nuove strategie di espansione globale nel settore dei luxury wines.
Il mitico Penfolds Grange è uno dei vini di punta di Treasury Wine Estates (TWE), la più grande azienda vinicola australiana. Ma la società sta mettendo a punto un piano per scindere il suo marchio di punta in una società separata. Il piano di scissione, da realizzare entro fine anno, è uno dei passaggi chiave della revisione strategica di Treasury Wine, come ha annunciato all’Australian Securities Exchange. Se verrà portato a termine, il giro d’affari di Penfolds sarà il più grande dei due e la “New TWE” si concentrerà su un portafoglio ridotto di marchi commerciali. Il progetto rispecchia il modello operativo interno di TWE, che è focalizzato su una gestione separata per i portafogli di lusso rispetto a quelli commerciali a livello globale.
Penfolds, una storia lunga quasi 200 anni
Penfolds è stata fondata a Magill (vicino ad Adelaide, nel South Australia) nel 1844, e produce il vino più iconico del Paese: il Penfolds Grange. Oggi a Magill Estate esistono ancora la porta della cantina e un piccolo vigneto, ma la produzione è stata trasferita nella vicina Barossa Valley. La famiglia Penfold ha venduto la società nel 1976, poi passata al Gruppo Foster dal 2005. Infine, Treasury Wine Estates è stata costituita nel 2011.
—

–
Penfolds vale metà del fatturato di Treasury Wine Estates
Prima della pandemia di Covid-19, un boom delle esportazioni cinesi ha portato a un utile netto nel 2018/19 di 419,5 milioni di dollari per TWA. Penfolds rappresenta circa il 10% del volume di Treasury Wine, ma ben oltre la metà dei suoi guadagni: lo sottolinea l’amministratore delegato Michael Clarke. «Una potenziale scissione aumenterebbe la capacità di TWE e di Penfolds di perseguire le proprie priorità strategiche, fornendo un profilo di crescita a lungo termine più forte», ha spiegato.
Una separazione che apre scenari di successo
Tim Ford, direttore operativo di TWE e futuro ceo a partire da luglio (al posto di Clarke), spiega: «Queste iniziative incentiveranno la distinzione fra i due target (commerciale e lusso). Saranno implementate in modo ordinato nel tempo per massimizzare i potenziali guadagni sulle vendite degli asset, ridurre al minimo l’impatto dei costi una tantum associati e minimizzare le interruzioni delle performance aziendali, garantendo al contempo che i benefici non siano compromessi dalle attuali condizioni economiche o del mercato dei capitali».