Degustazioni

Paul Mas, l’orgoglio ritrovato del Languedoc-Roussillon

12 Giugno 2024 Elena Erlicher
Paul Mas, l’orgoglio ritrovato del Languedoc-Roussillon

Dalle regioni vitivinicole meno note ma più estese di Francia arrivano i vini di Les Domaines Paul Mas. Una storia imprenditoriale che in poco più di 20 anni ha raggiunto i cinque continenti con una produzione estremamente variegata, che punta alla qualità al giusto prezzo. Il focus sui bianchi.

Forse vi sarà capitato di vedere le sue etichette che occhieggiano dagli scaffali del supermercato dedicati ai vini francesi, per esempio all’Esselunga, alcune delle quali si distinguono anche per originalità e tinte del packaging. Stiamo parlando di Jean-Claude Mas, che in poco più di un ventennio ha costruito in Languedoc-Roussillon un’impresa del vino da 950 ettari di proprietà e 25 milioni di bottiglie l’anno. Le sue bottiglie a marchio Les Domaines Paul Mas vantano un ottimo rapporto qualità/prezzo e viaggiano verso oltre 70 Paesi, portando nel mondo quest’angolo meno rinomato del Midi, che si estende dal Gard ai Pirenei orientali.

Si inizia con soli 35 ettari

Abbiamo incontrato in un salotto milanese Jean-Claude Mas, che più che un imprenditore navigato ed esperto a livello mondiale pare un eterno e scanzonato ragazzo: per intenderci, lui il vino lo fa, per sua stessa ammissione, per “puro piacere” personale. Classe 1964, già négociant a Bordeaux fonda Les Domaines Paul Mas nel 2000 a partire dai soli 35 ettari vitati ereditati da suo padre. Negli anni successivi, attraverso una serie di acquisizioni, gli ettari arrivano appunto a 950, più altri 1.500 in conduzione, suddivisi in 15 Cantine e una produzione di vini spumanti, bianchi e rossi interamente certificati biologici.

Incontri e progetti

Tra i suoi mentori annovera l’enologo italiano Giorgio Grai, che gli ha insegnato l’arte di assemblare e creare vino con stile e che «considero ancora oggi fonte d’ispirazione e, grazie al quale, ho stretto rapporti con altri viticoltori, come la produttrice friulana Marina Danieli (presente alla serata). Con lei porto avanti progetti enologici, come l’ultimo dedicato alle affinità tra Viognier e Friulano, che ha dato vita a due vini estremamente identitari (che abbiamo assaggiato non imbottigliati e ancora in divenire, nda)».

La filosofia

Il segreto del suo successo, secondo il produttore francese, risiede in «una filosofia che vuole creare vini di carattere e stile definito, controllando tutta la filiera dal grappolo al calice». In regioni come Languedoc e Roussillon dove prevalgono gli impianti a bacca rossa, Jean-Claude Mas ha deciso di puntare soprattutto sui bianchi e su varietà come il Viognier e anche altre autoctone e Piwi, oltre ai più diffusi Chardonnay e Sauvignon blanc. Un’altra particolarità riguarda i vigneti nelle zone del Languedoc più pianeggianti e vicini al mare dai suoli prevalentemente argillosi: per proteggerli dal pericolo di gelate, tre volte l’anno i filari vengono allagati con acqua marina per circa un mese. I suoli assorbono sale in quantità opportune, mai eccessive, e sono protette anche dalla fillossera; sono molte infatti le viti a piede franco.

La nostra selezione

Le etichette in gamma sono tantissime e sarebbe impossibile trovare per tutte quelle che meritano un giusto spazio. Ci limitiamo qui a suggerirne alcune che ci hanno particolarmente colpito per qualità, identità e originalità.

Martinolles – Blanquette de Limoux Brut

Le origini di questo Metodo Champenoise di Limoux risalgono al 1531 (prima ancora di Dom Pérignon), ricetta dei monaci di Saint-Hilaire. A base di Mauzac, localmente detta Blanquette, svolge la malolattica per accentuare le note di frutta tropicale e affina 12 mesi sui lieviti.

Vignes de Paul – Valmont Assemblage blanc 2023

È frutto dell’uvaggio tipico in Languedoc di Grenache blanc, Chenin, Mauzac, Chasan, Vermentino, Sauvignon blanc. Piacevole, fresco e beverino, sa di fiori bianchi e gerani, frutta tropicale e agrumi, con finale fruttato. In Italia si trova a 5 euro. 

Vignes de Nicole Chardonnay-Viognier 2022

Nel comune di Montagnac, in Languedoc, su suoli calcarei argillosi e clima caldo, nasce il primo bianco da uno dei primi vigneti di proprietà della famiglia: «un’unione interessante tra la versatilità dello Chardonnay, che con il Viognier acquisisce una dimensione in più». Note di frutta tropicale e vaniglia data dal legno americano; sorso cremoso con un lieve tocco affumicato.

Arrogant Frog – Naturellement Résistant 2022

Nome ed etichetta originale, questo vino bianco nasce da Sauvignon blanc (in percentuale prevalente) e dalla varietà Piwi Souvignier gris (Seyval blanc X Zähringer). Solo acciaio per un sorso fresco, sapido e minerale.

Astelia Le Grand Vin 2018

Unico rosso di questa breve carrellata, «è il mio vino da sogno», dichiara Jean-Claude Mas, «è la mia versione di un grande Supertuscan da Cabernet Sauvignon e Syrah». Astelia è l’acronimo dei nomi delle sue figlie (Astrid, Elisa, Apolline ed Estelle) e nasce dalla tenuta Clos Astelia che concentra le migliori parcelle condotte in biodinamica. Prodotto in sole 5.922 bottiglie numerate, sa di ribes, mirtillo, caffè tostato e pepe; è potente e ricco di tannini, con un ottimo potenziale d’invecchiamento e finale intenso di cioccolato. Un sogno a portata di mano: 50 euro.

Foto di apertura: Jean-Claude Mas con alcune delle etichette della sua sconfinata gamma da Languedoc-Roussillon

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