di Cesare Pillon
La scomparsa di un uomo che ha segnato così profondamente la sua epoca come Giacomo Tachis è destinata fatalmente a provocare un’ondata di retorica. Una volta tanto non è il caso di dispiacersene, l’enfasi è giustificata. Con Tachis è venuto a mancare un personaggio realmente eccezionale: il protagonista assoluto, sotto il profilo tecnico, del Rinascimento del vino italiano, l’uomo che affinando il Sassicaia e creando con il Tignanello e il Solaia una nuova categoria di vini ha fatto scoprire al mondo il Made in Italy enologico. Lo studioso che con un’intensa attività di ricerca in Sicilia e in Sardegna ha messo in evidenza l’unicità del vino mediterraneo. L’umanista che citava i classici e sosteneva che “se non c'è la passione, se non c’è l'anima, se non c'è la cultura, non si fanno l'uva e il vino".