Fa ben sperare il comparto dell'olio la chiusura del 2013. Dopo un lungo periodo di flessione, Assitol (Associazione italiana dell'industria olearia) ha registrato diversi segnali di ripresa, concretizzati a fine anno in un +16,6% nelle vendite in Italia e all'estero (rispetto a dicembre 2012). Cavallo di battaglia del settore è l'extravergine, che da solo ha realizzato un incremento del +42,8%, grazie soprattutto ai grandi marchi della produzione italiana (il cosiddetto extravergine "convenzionale", +42,3%).
PRIMA DELLA RIPRESA - Fra le cause della flessione del settore nel 2013, il forte calo dell'offerta di materia prima (soprattutto dalla Spagna, primo produttore mondiale) aveva fatto lievitare i prezzi all'origine negli ultimi mesi del 2012, provocando una diminuzione delle vendite.
LE PERFORMANCE 2013 - Accanto all'evo (extra vergine d'oliva), guadagnano terreno anche l'olio d'oliva (+23,6%) e il sansa (+2%). Ottime performance per il prodotto 100% italiano (+67,5%), stazionario il biologico (+1,3%), mentre è in forte calo il segmento adenominazione (Dop e Igp registrano un -27%).
ALL'ESTERO - Anche sul fronte export l'incremento è del 16,6%. Nello specifico, +18,2% per l'extravergine, +12,6% per l'olio d'oliva e +28% il sansa (con volumi molto più modesti). L'85% delle esportazioni è rappresentato dagli oli convenzionali.