Perché l’Indonesia ha bloccato l’import di vino, alcolici e latticini prodotti in Unione Europea? Tutta colpa dell’olio di palma.
Un po’ defilata rispetto alla questione dazi con gli Stati Uniti, un’altra controversia sta coinvolgendo l’export di vino italiano (ed europeo, in generale). Da quest’anno, infatti, l’Indonesia ha deciso di bloccare l’acquisto di vino e alcolici provenienti dall’Ue. Il casus belli di questa forte presa di posizione non ha a che vedere con i prodotti in sé, ma è frutto di mesi di tensione fra l’Europa e il Paese asiatico. Un’escalation che ha come oggetto del contendere l’olio di palma.
Come nasce la querelle dell’olio di palma
Nel marzo 2019 l’Unione Europea ha dichiarato guerra all’olio di palma, non considerandolo più una risorsa sostenibile o rinnovabile in quanto causa di deforestazione. E ha presentato un piano pluriennale (dal 2023 al 2030) per eliminare gradualmente il biodiesel come carburante per i trasporti. La notizia è stata mal digerita in Indonesia, che insieme alla Malesia è uno dei principali produttori mondiali di olio di palma. Il mercato del biodiesel dell’Unione Europea vale circa 9 miliardi di euro all’anno, di cui 400 milioni di euro provenienti dall’Indonesia.
Il blocco delle importazioni in Indonesia
Le tensioni sono aumentate durante tutto il 2019: alle tasse sul biodiesel imposte dall’Europa, l’Indonesia ha man mano risposto con l’innalzamento dei dazi su alcolici, vino e prodotti lattiero-caseari. Finché, alla fine di dicembre 2019, è stato riferito dalle agenzie che i prodotti alcolici dell’Unione Europea non avevano più licenze di importazione nel Paese asiatico a maggioranza musulmana, che regola il mercato degli alcolici attraverso un piano di importazione e distribuzione.