Chi l’ha detto che un vino per invecchiare deve avere una gradazione alcolica importante? E che un rosso tradizionalmente beverino e diretto come il Valpolicella non possa diventare un piccolo grande classico? A sfatare questi miti ci ha pensato la storica Cantina veronese Santa Sofia, di proprietà della famiglia Begnoni, che lo scorso 17 luglio al Wine Tip di Milano ha proposto una verticale di sei annate del suo Montegradella, Valpolicella Classico Superiore Doc per dimostrarne straordinarie performance evolutive.
Sei annate a confronto
La Casa vinicola di Pedemonte di Valpolicella, che vanta oltre duecento anni di storia e ha sede in un’incantevole villa palladiana patrimonio dell’Umanità Unesco, ha scelto, in particolare le annate 1985, 1996, 2008, 2011, 2014 e 2015: ognuna diversamente emblematica, ma tutte legate dal fil rouge dell’eleganza e della piacevolezza gustativa, due valori fondamentali della filosofia produttiva di Santa Sofia.
Un piccolo Amarone, un grande cru
«In azienda il Montegradella viene definito “un piccolo Amarone” perché ha una struttura e una complessità pari al vino più famoso del nostro territorio, pur mantenendo la freschezza e la bevibilità tipiche di un Valpolicella», ha spiegato il titolare Luciano Begnoni. «Montegradella è un toponimo, il nostro cruda unacollinaparticolarmente vocata della zona classica, situata nell’intersezione tra i comuni di San Pietro in Cariano, Fumane e Marano di Valpolicella».
Una vigna particolarmente vocata
Come ha raccontato il giovane enologo Matteo Tommasi, che da qualche anno affianca Giancarlo Begnoni, padre di Luciano, in vigna e in cantina: «Il vigneto vanta un’esposizione solare ottimale, completamente a sud, dove crescono Corvina, Corvinone e Rondinella, i tre protagonisti del blend. La notevole escursione termica giorno-notte concorre all’inspessimento delle bucce degli acini, dove si concentrano i terpeni, e le altre sostanze polifenoliche necessarie per la maturazione del vino».
Appassimento delle uve di 40-45 giorni
La vinificazione è piuttosto sui generis rispetto a quella tradizionale. «Dopo la raccolta le uve subiscono un leggero appassimento di circa 40-45 giorni, che conferisce splendidi aromi e buona rotondità». Se si pensa che la prima annata in commercio risale al 1974, non si può che restare stupiti dal pionierismo di Santa Sofia nel concepire un Valpolicella con queste caratteristiche quasi 45 anni.
L’evoluzione dell’affinamento
A cambiare, nel corso dei decenni, sono state soprattutto le scelte di vinificazione. «Oggi il Montegradella affina 24 mesi, il 30% in barrique da 225 lt in rovere francese e il 70% in botti da 20 e 30 ettolitri in rovere di Slavonia. In passato si utilizzavano legni grandi e molto vecchi: botti da 100-150 ettolitri di 70-100 anni. Dalla metà degli anni Novanta la Cantina ha rinnovato il suo parco botti, inserendo botti giovani di rovere di Slavonia. Va poi detto che negli anni Duemila è stato inaugurato il nuovo impianto di produzione high tech, che ha sicuramente contribuito ad una gestione migliore anche sotto il profilo della qualità».
Montegradella 1985-2015: le tasting notes
Ecco le note di degustazione delle sei etichette degustate durante la verticale:
Colore aranciato. Naso elegantemente evoluto con sentori di miele di castagno, erbe aromatiche, tabacco e frutta rossa macerata. Al palato stupisce per la freschezza e la struttura ancora ben definita. Di affascinante lunghezza.
Colore aranciato. Il bouquet sfaccettato spazia dalla prugna sotto spirito alla liquirizia fino al tabacco dolce e alla caramella mou. Bell’equilibrio in bocca, dove ritornano le spezie e le note di frutta rossa matura. Tannini di estrema finezza.
Colore granato. Fiori rossi, frutta in confettura e vaniglia sono i leitmotiv sotto il profilo olfattivo. La bocca convince per il suo equilibrio gustativo, il tannino sottile e la rotondità. Un Valpolicella che ha certamente davanti ha sé un lungo avvenire.
Rosso rubino impenetrabile. Note di fiori secchi e prugne al naso, seguite da un piacevole accenno di chiodi di garofano, zenzero e menta piperita. Il sorso è dotato di raffinata freschezza e una lunga chiusura
Rosso rubino intenso. A dispetto di un’annata considerata piuttosto difficile, nel calice troviamo un rosso dal grande potenziale. Il corredo olfattivo è giocato sulla frutta matura, con un accenno di tabacco. In bocca il tannino è già ben integrato e il finale regala note balsamiche.
Rosso rubino. Ancora giovane, ma già dotato di una buona carica espressiva. Bouquet di viola, garofano, frutti rossi maturi e vaniglia. La struttura importante è ben supportata da un’acidità sì presente, ma senza essere invadente. Lunga chiusa balsamica.