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Mercato Usa. L’Italia tiene il passo

26 Febbraio 2014 Anna Rainoldi
Alti, bassi e una chiusura in sostanziale parità con lo scorso anno (-0,5 in quantità, +6,6 in valore). Questa la performance del nostro export vinicolo 2013 in Usa: statico, «ma accettabile nel contesto dell'attuale andamento del mercato vinicolo americano» secondo Lucio Caputo. Fra i Paesi esportatori, l'Italia mantiene comunque il primo posto in classifica. LA TENUTA DEL MADE IN ITALY - Il presidente dell'Italian Wine & Food Institute di New York ha sottolineato le criticità del settore per l'anno appena concluso: «Le importazioni complessive statunitensi si sono ridotte del 9,4% in quantità, perdendo circa un milione di ettolitri, e aumentando solo lievemente in valore (+1,9%). Alla luce di questi dati, quella italiana risulta una posizione non interamente negativa». Nel 2013 l'Italia ha esportato negli Stati Uniti 2.475.750 ettolitri di vino (contro i 2.489.120 ettolitri del 2012) per un valore di oltre 1 miliardo e 288 milioni di dollari. CAMPIONE IN CARICA: LO SPUMANTE - Ottima la tenuta del comparto spumanti, di cui l’Italia detiene il primato. I dati dell'IW&FI indicano 364.010 ettolitri esportati in Usa nel 2013, per un valore di 215 milioni 467 mila dollari. L'incremento sull'anno precedente è del 14,5% in quantità e del 15,5% in valore (317.970 ettolitri per 186 milioni 607 mila dollari nel 2012). UNO SGUARDO ALTROVE - Quasi tutti i Paesi hanno registrato perdite consistenti nell'export statunitense per il 2013: tra questi, l'Australia (-10,5% in quantità e -5,8% in valore), l'Argentina (-31,2% e -11,6%), il Cile (-10,3% e -6,8%) e la Germania (-10,9% e -6,9%). Solo la Francia ha seguito l'andamento italiano, con una diminuzione dell'1% in quantità e un aumento del valore del 4,8%. Positivi i risultati di Nuova Zelanda (+4,3% e +12,6%) e Sudafrica (+33,5% e +17,2%), che però si riferiscono a quantità decisamente inferiori (leggi i dati IW&FI sul vino da tavola).  

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