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Diventare mercanti di vini pregiati con un’app

20 Dicembre 2020 Matteo Forlì
Diventare mercanti di vini pregiati con un’app

Cos’è e come funziona Vindome, il software che punta a democratizzare gli investimenti in fine wine. Un settore che negli ultimi anni ha conosciuto una crescita a doppia cifra. Nonostante il Covid.

Live market, blockchain, stoccaggio in sospensione d’Iva, microchip per la tracciabilità e garanzia di autenticità. Vindome nasce con la missione di spolverare con una ventata di tecnologia e democratizzare l’accesso al trading dei vini pregiati, fino ad oggi club esclusivo di operatori esperti e facoltosi, schiudendo la porta ai più giovani e ai semplici appassionati. L’idea di una app sugli “investable wine”, un filo diretto tra produttori, investitori e consumatori, è venuta a Ingrid Brodin, Ceo della start-up, e Victoria Palatnik, business angel a capo di un fondo di investimento.


Ingrid Brodin, ideatrice della app Vindome per il trading online di vini pregiati e Ceo della omonima start-up con cui ha avviato l’attività

Investimento dai grossi margini di crescita

Che i grandi rossi migliorino con l’età è assodato, ma secondo l’Alternative Investment Report della società di investimenti immobiliari Knight Frank, il vino da collezione, tecnicamente un “passion asset”, è anche il secondo investimento più performante dopo l’arte. Negli ultimi 5 anni ha fatto registrare percentuali di crescita a doppia cifra. Il valore di mercato del vino pregiato è stato stimato a 5,1 miliardi di dollari nel 2018 e dovrebbe crescere del +54% entro il 2024. Ad esempio, l’en-primeur Château Pontet Canet 2019, venduto a 58 euro a bottiglia nel maggio 2020, ha raggiunto sul mercato in meno di 3 mesi i 76 euro, pari a una performance del +30%. Nello stesso periodo, Château Le Petit Mouton 2019 è passato da 138 euro a 180 euro a bottiglia. In Italia, hanno registrato incrementi simili alcuni vini piemontesi e toscani.

Mario Colesanti, marketing director e cofondatore di Vindome

Tre barriere all’ingresso

Ma investire in vino è difficile, richiede competenze e casi recenti hanno dimostrato che la truffa è spesso dietro l’angolo. «È una pratica che esige il superamento di tre barriere», spiega Mario Colesanti, marketing director di Vindome. «La prima è economica, con chip d’ingresso e commissioni di gestione spesso importanti; la seconda è culturale, conoscere il vino è una cosa, un’altra è valutarne il valore di mercato nel tempo. E la terza è l’accesso ai canali diretti di vendita degli Château, delle Maison e delle Cantine che producono questi vini».

Casse con microchip e Iva sospesa

Le soluzioni di Vindome sono investimenti iniziali anche contenuti per i neofiti (le “Collection”, o assortimenti selezionati in base a budget e orizzonti temporali d’investimento diversi, partono da 150 euro), vini provenienti esclusivamente e direttamente da rinomati produttori e “négociants” e l’accesso immediato a centinaia di etichette (comprese annate speciali ed en-primeur, vendute cioè prima che dell’imbottigliamento del vino, una sorta di future del mercato enologico). Per garantire le transazioni (che avvengono sul cosiddetto Live Market, una sorta di Borsa di scambio del vino) tutte le casse in vendita sulla piattaforma sono state verificate e vengono etichettate con un microchip che contiene informazioni relative al contenuto e allo storico dei cambi di proprietà, registrate in blockchain. Il vino poi è stoccato in sospensione d’Iva e alle condizioni ottimali di conservazione, una garanzia sulla sua corretta evoluzione e dunque valore futuro.

La schermata di Vindome che consente di controllare il proprio portafoglio di investimenti

Grandi francesi ma anche Supertuscan

«Il progetto è online da giugno, ma sta già avendo riscontri importanti con circa 2 mila utenti registrati, di cui il 40% italiani, e un consistente numero di transazioni settimanali, con clienti che hanno investito anche 50 mila euro in un’unica soluzione», prosegue Colesanti. «Oltre a tutte le etichette di Bordeaux e Borgogna, abbiamo in portafoglio i Supertuscan, da Sassicaia a Ornellaia, i grandi Barolo, Barbaresco e Brunello. Pur peccando di visibilità nei palcoscenici asiatici e americani ai francesi, i vini italiani sono sempre più conosciuti, ricercati e con quotazione in forte crescita restando ancora abbastanza accessibili all’acquisto».

Un bene rifugio contro la volatilità della Borsa

Lanciare una piattaforma tanto innovativa in un momento come questo ha significato fare i conti con uno scenario e abitudini di acquisto stravolte dalla pandemia. «Il Covid ha compromesso da un lato il nostro piano marketing, ma al contempo ha spinto l’acquisto di vino online e quindi favorito la nostra idea», conclude il manager di Vindome. «I margini poi sono quello che attira gli utenti, da chi fa trading ai semplici appassionati che cercano di finanziarsi un consumo di vini pregiati. Margini che negli ultimi 10 anni si sono assestati su una media dell’11% annuo. Poi il vino è storicamente un bene rifugio, ancora più appetibile in uno scenario attuale di grande volatilità dei mercati finanziari».

Foto di apertura: una delle proposte di Vindome, bottiglie pregiate accompagnate da certificati con cui è possibile iniziare un programma di investimenti

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