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Mastroberardino, viaggio nel tempo con Stilèma

6 Marzo 2022 Civiltà del bere
Mastroberardino, viaggio nel tempo con Stilèma

Il progetto Stilèma, avviato un ventennio fa, è un omaggio ad Antonio Mastroberardino. Si propone di recuperare i tratti originali dei vini irpini degli anni Cinquanta e Sessanta, esaltati grazie al know how contemporaneo. La linea comprende l’elegantissimo Taurasi, selezione di quattro vigneti di famiglia.

Lo stile è l’impronta di ciò che si è in ciò che si fa. Questa frase del filosofo francese René Daumal offre una perfetta chiave di lettura di Stilèma, il progetto che Mastroberardino porta avanti da vent’anni, concretizzatosi in una collezione di tre vini simbolo: il Taurasi, il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo.

Stilèma, un viaggio nel tempo

«La linea Stilèma nasce a testimonianza dell’amore che mio padre Antonio nutriva per la sua terra, i suoi vitigni e i loro caratteri originari», sintetizza Piero Mastroberardino, alla guida della Cantina di Atripalda (Avellino). «Abbiamo ripercorso a ritroso l’asse del tempo. Volevamo ritornare a una viticoltura irpina capace di portare all’estremo i temi della caratterizzazione varietale e del profilo territoriale, puntando a neutralizzare alcuni effetti “distorcenti” che si sono stratificati nei decenni scorsi».

La nascita del Taurasi Stilèma

In particolare il rosso Stilèma Taurasi Docg 2015 è il frutto di diverse traiettorie sperimentali. Dai cloni selezionati nei vigneti prefillossera fino alla ricognizione di precisi protocolli in campagna e cantina.
«Il risultato è un rosso austero e leggiadro, con uno straordinario profilo organolettico capace di rievocare i tratti stilistici dei Taurasi degli anni ’50-60, che si esaltano grazie al contributo delle conoscenze attuali».
In particolare le uve provengono da quattro diversi vigneti di famiglia: quello di Pietradefusi con terreni argillosi; quello di Montemarano di matrice argilloso-calcarea; quello di Paternopoli con suoli di medio impasto e buon equilibrio tra argilla, limo e sabbia; e quello di Mirabella Eclano, anch’esso a medio impasto con arenarie sabbiose e argille. Le altitudini sono tra 350 e 650 metri.

Il lavoro in cantina

«Lo Stilèma Taurasi impone di operare all’insegna dell’equilibrio, mirando ad ottenere in vigna uve ben mature, ma che non eccedano in concentrazione, per offrire alla vista e al tatto un rosso rubino dai riflessi delicati e un corpo dalla spiccata agilità».
Dunque macerazioni più brevi (7-8 giorni) e temperature più basse (18-20 °C) per moderare l’estrazione. Per l’affinamento sono stati scelti legni non nuovi; botti di Slavonia da 50 ettolitri e barrique di rovere francese, dove il vino è rimasto 24 mesi prima di essere messo in bottiglia.

Foto di apertura: un grappolo di Aglianico

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Realizzato in collaborazione con Mastroberardino.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 4/2021. Acquista

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