Il Mantonico è un antico vitigno che, nella Locride, viene in genere impiegato per produrre passito. Il Mantonico pinto pare essere un biotipo localizzato altrove, ossia sulle montagne del Pollino.
Purtroppo, a causa della fragilità e della scarsa resistenza alle malattie, la sua coltivazione si è progressivamente ridotta. Racconta Dino Briglio, patron de L’Acino di San Marco Argentano (Cosenza): «Lo abbiamo rinvenuto in una nostra vecchia vigna, in pochi filari, e lo abbiamo reimpiantato in un nuovo vigneto di 1 ettaro, che rappresenta in pratica l’ultima testimonianza dell’esistenza di questa varietà. Da qui ricaviamo il Mantonicoz, Calabria Bianco Igt».
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Come nasce il Mantonico pinto di Dino Briglio
I suoli scelti per il reimpianto sono sabbioso-limosi, a 600 m slm con esposizione a sud; i filari sono allevati a Guyot, con una resa di soli 40 q di uva. La vendemmia manuale ha luogo a inizio ottobre; la vinificazione, spontanea, si svolge in acciaio, con una macerazione sulle bucce di 6 giorni. Il processo si conclude con 1 anno di affinamento in acciaio e altri 12 mesi in bottiglia. Per un vino originale, dai profumi di frutta secca e tropicale, tè e agrumi canditi, dal sorso fresco e polposo, lievemente tannico.
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