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Mai più “bollicine” per il Franciacorta. Parola del presidente del Consorzio Zanella

30 Aprile 2012 Civiltà del bere
Per la serie: chiamiamo le cose con il loro nome. Attraverso un comunicato a mezzo stampa rivolto «soprattutto a chi comunica il vino, ma anche ad operatori, appassionati e produttori», il presidente del Consorzio per la tutela del Franciacorta Maurizio Zanella invita senza mezzi termini – o meglio: per abolire i mezzi termini – a non usare più la parola bollicine in riferimento alla produzione franciacortina. MAI PIÙ BOLLICINE - «Bollicine è un termine obsoleto e senza futuro», ha affermato Zanella. «Il tempo presente ci offre una nuova occasione per affermare i nostri vini di qualità, cominciando dal consolidare la cultura di base in materia e da un appropriato linguaggio. È necessario iniziare un nuovo percorso per valorizzare i grandi vini anche dal punto di vista ‘nominale’. Con impegno e passione il Franciacorta ha raggiunto il traguardo dei 50 anni; a questo punto, credo sia maturo per un passo successivo, importante per poter definitivamente trovare, a livello nazionale ed internazionale, un posizionamento coerente e rispondente all'eccellenza che esprime». MAI PIÙ SPUMANTE - «E che non si chiami più spumante», ha continuato Zanella. «La similitudine tra spumante e Franciacorta è da bandire in qualsiasi citazione. Non per velleità o principio, ma per decreto ministeriale». Che di fatti così recita: “per identificare tutti i Franciacorta, è vietato specificare il metodo di elaborazione, metodo classico, metodo tradizionale, metodo della rifermentazione in bottiglia e utilizzare i termini vino spumante”. SOLO FRANCIACORTA - «Franciacorta, Champagne e Cava: in Europa, solo questi 3 vini possono utilizzare un unico termine per identificare in modo preciso un vino, un territorio e il metodo di produzione», ha concluso il presidente. «Ecco l’identità di cui parlo. Chiamiamo Spumanti, i vini senza Denominazione specifica; e Franciacorta, il Franciacorta».  

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