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Allegrini sceglie la Lugana per un nuovo bianco longevo

12 Febbraio 2018 Monica Sommacampagna
Dalla Valpolicella alla Toscana, la Cantina (e holding) Allegrini amplia ancora la gamma dei suoi vini di carattere, stavolta allungando lo sguardo alla Lugana. Con il recente acquisto di 40 ettari nel comune di Pozzolengo (Brescia), sommati ai precedenti 10 in affitto nell’area di Desenzano coltivati a Turbiana, l'azienda potrà contare su un totale di 50 ettari.

Dopo l'esperienza toscana

La prospettiva in questa Doc tra Verona e Brescia, nota per i suoi bianchi floreali e fruttati a base di Trebbiano di Lugana e con vocazione alla longevità, è un ampliamento dell’offerta al pubblico nazionale e internazionale. Che già prevede, oltre ai rossi Doc e Igt, anche i bianchi Soave. L’esperienza svolta nell’azienda Poggio al Tesoro in Toscana, che ha dato vita al profumato Vermentino Solosole, offrirà spunti per ottenere, nelle aspettative della famiglia, un bianco importante.    

Lugana Allegrini, prima vendemmia nel 2020

Ci troviamo in una zona dolcemente collinare, di origine morenica, dove quest’anno saranno piantate al 90% nuove barbatelle di Turbiana. «Stiamo pensando a quali varietà dedicare il rimanente 10%, come da disciplinare», anticipa Marilisa Allegrini. «L’obiettivo è esaltare l’aromaticità del vino». Dalla Cantina della Valpolicella che nel lontano 1979 ha puntato sul Guyot viene preannunciata la stessa scelta come forma di allevamento anche in quest’area. In programma, nelle parole di Marilisa Allegrini, una viticoltura volta alla valorizzazione del patrimonio aromatico delle uve, partendo da una attenta conduzione del vigneto, da rese più basse rispetto alla media e da una oculata gestione della vigorosità del Turbiana. La vinificazione verrà affrontata nel 2020 con l’entrata in produzione di tutti i vigneti, il potenziale produttivo previsto è di circa 400.000 bottiglie.

Un bianco "affine" ai rossi di famiglia

«Il nostro obiettivo», spiega Franco Allegrini «è quello di occupare, anche all’interno di questa denominazione, il segmento di alta qualità. È una denominazione che ci piace, non molto vasta (circa 1.000 ettari), non ci sono cantine sociali, e la competizione tra i produttori è indirizzata ad alti livelli qualitativi». Prosegue Marilisa Allegrini: «Il Lugana, con la sua intensità e longevità, è un vino che ben sintetizza la nostra filosofia produttiva. Vogliamo che sia affine ai rossi di nostra produzione, come Amarone, Brunello di Montalcino e Bolgheri».    

Una scelta generazionale

«Esportiamo l’85% della nostra produzione: il nostro obiettivo dunque non è creare un vino d’annata di facile beva. Abbiamo l'ambizione di produrre un bianco importante e longevo», specifica la produttrice.«In questo investimento daremo una grande responsabilità ai nostri figli, che verranno coinvolti fin dall’inizio sia nelle decisioni operative che in quelle strategiche».

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