La storica azienda della Valpolicella Classica presenta la sua nuova era con vini più freschi, fruttati e insieme longevi. La ricerca portata avanti con l’Università di Verona consente un minor uso di solfiti e l’ingresso in cantina di contenitori alternativi in gres e cemento che affiancano acciaio e legno.
Debuttano a Milano i vini figli dell’evoluzione enologica di Farina Wines, l’azienda di Pedemonte attiva da oltre 100 anni in Valpolicella Classica, che sette anni fa ha avviato un progetto di revisione e oggi presenta i suoi primi frutti: Famiglia Farina Amarone della Valpolicella Classico Docg 2021 e Alessandro Valpolicella Classico Superiore Doc 2021. A questi si aggiunge il Mezzadro alla Fontana Amarone della Valpolicella Classico Riserva Docg 2015 che, insieme con le altre due bottiglie, è racchiuso nella luxury box Quintessential Valpolicella Classica; le tre etichette riunite illustrano il percorso dell’azienda dalle origini a una nuova era fatta di movimento e dinamicità. Non a caso per la presentazione alla stampa, il 12 marzo, è stato scelto un luogo simbolo dell’età contemporanea come il Museo del Novecento, al cui interno si trova il ristorante Da Giacomo Arengario.
La collaborazione con l’Università di Verona
«Abbiamo optato per il Museo del Novecento a Milano perché sentiamo molto il connubio tra arte e vino», esordisce Elena Farina, che con il cugino Claudio appartiene alla quarta generazione alla guida aziendale. «È un luogo che ci rispecchia: io mi sento più concreta come Picasso, mentre Claudio ha un animo vulcanico e “colorato” come Kandinskij». Con estro e intraprendenza hanno intrapreso una collaborazione con Università di Verona finalizzata allo sviluppo di protocolli per la vinificazione atti a migliorare la tenuta dei vini all’ossidazione, limitando il fabbisogno di solfiti. «L’obiettivo è quello di aumentare la freschezza e la longevità dei vini», continua Claudio Farina, «e per farlo siamo partiti dalle nostre etichette più blasonate, prodotte in poche migliaia di esemplari: il Valpolicella Alessandro, che porta il nome di mio padre, e l’Amarone Famiglia Farina, che veste la storica etichetta già usata dai nonni».
Le fasi dello studio
«In una prima fase dello studio ci si è concentrati su un maggior apporto di ossigeno in fase di macerazione fermentativa che consente di ridurre il contenuto di SO2 sul vino finito di circa il 20%», spiega il prof. Maurizio Ugliano dell’Università di Verona. «In un secondo momento, ci siamo rivolti ai processi di affinamento, scegliendo per la prima fase contenitori in legno per un maggior apporto di ossigeno, per poi passare ad altri materiali a minor permeabilità, come il cemento grezzo (tulip da 75 hl) e il gres ceramico (vasi Clayver). Infine abbiamo analizzato anche diversi tipi di bottiglie e tappi, sempre con il fine di aumentare la longevità dei vini».
Alessandro e Famiglia Farina nel calice
Alla prova del calice entrambi i vini, Alessandro e Famiglia Farina, si sono rivelati freschi, fini, equilibrati e già pronti alla beva, Amarone Famiglia Farina compreso, che è stato presentato con l’annata 2021. Un risultato straordinario, se si pensa che solo un mese e mezzo fa era stata presentata in anteprima l’annata 2020 ad Amarone Opera Prima. Il Valpolicella Classico Superiore Alessandro nasce da una parcella centenaria nell’alta collina di Negrar ed è prodotto in 10.000 bottiglie. Matura 1 anno in legno (botti di rovere di Slavonia da 20 e 30 hl) e 6 mesi nei nuovi tulip di cemento grezzo e mantiene integra la purezza d’espressione del frutto e della terra. L’Amarone Classico Famiglia Farina – etereo, con sentori di ciliegia, frutta sotto spirito, note balsamiche e prodotto in 25.000 esemplari – coniuga lo stile della tradizione con l’entusiasmo della ricerca. Beneficia di tecniche di appassimento e vinificazione avanzate e della fermentazione in cemento, e riposa 24 mesi in botti di rovere di Slavonia da 20 e 30 hl.
La tradizione del Mezzadro della Fontana
Infine, come pietra di paragone con il passato, è stata presentata l’annata 2015 (pre-ricerca) dell’Amarone Classico Riserva Mezzadro alla Fontana: una chicca in 4.000 bottiglie prodotte solo nelle annate migliori (questa è la seconda dopo la 2011), che rappresenta l’eredità tramandata dalla famiglia Farina, un tempo mezzadri in queste terre, poi divenuti proprietari. Dotato di grande struttura, ma rotondità, fermenta prima in acciaio e poi in cemento (malolattica), matura 24 mesi in barrique francesi e americane e 36 mesi in botti di rovere di Slavonia di 20 e 30 hl.