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Le Macchiole ieri e oggi: ritratto di una delle Cantine simbolo di Bolgheri

26 Gennaio 2025 Civiltà del bere
Le Macchiole ieri e oggi: ritratto di una delle Cantine simbolo di Bolgheri

Tra i pionieri del blasonato distretto vinicolo toscano, Cinzia Merli e la sua famiglia danno vita a vini monovarietali, espressione pura del territorio. Il portabandiera Paleo Rosso è Cabernet Franc 100% dal 2001, cui si affiancano Messorio (da Merlot) e Scrio (Syrah). L’impegno in vigna e nella street art.

Interpretare il territorio attraverso la purezza dei vini monovarietali rendendo Bolgheri e i suoi vitigni i veri protagonisti di ogni vendemmia. È stato questo l’obiettivo principale di Eugenio Campolmi e di sua moglie Cinzia Merli quando nel 1983 decisero di intraprendere l’avventura nel vino acquistando pochi ettari di terreno in una zona, dove, all’epoca, i produttori si contavano sulle dita di una mano. Ecco perché oggi l’azienda Le Macchiole può essere considerata a pieno diritto tra i pionieri dei vini bolgheresi.

Gli obiettivi e il focus sugli internazionali

«La nostra idea», dice Cinzia Merli, che dopo la scomparsa del marito nel 2002 conduce l’azienda con i figli Elia e Mattia e il supporto di suo fratello Massimo, «era partire dal vigneto, investire tutto sulla ricerca e sulla sperimentazione, piantando anche varietà allora poco usate a Bolgheri». In pratica, i vitigni internazionali, diventati nel tempo la base ampelografica dei vini del territorio.
Se nel 1987 escono in commercio i loro primi vini e due anni dopo anche il Paleo Rosso (l’etichetta che avrebbe fatto conoscere Le Macchiole sui mercati internazionali), è all’inizio degli anni ’90 che l’azienda cambia filosofia produttiva. «Alla base di tutto», spiega Cinzia Merli, «c’era la maggiore consapevolezza dei terroir a disposizione, la scelta di introdurre impianti ad alta densità e la decisione, innovativa quanto rischiosa, di produrre appunto vini monovarietali».

Cinzia Merli con i figli Elia e Mattia

La sfida del Cabernet Franc in purezza

Nel 1994 nascono Messorio (100% Merlot) e Scrio (100% Syrah), mentre già l’anno precedente nel Paleo Rosso era stato utilizzato il 30% di Cabernet Franc. Ed è proprio di questo vitigno che si innamora Eugenio Campolmi fino a decidere di proporlo in purezza nello stesso Paleo Rosso a partire dalla vendemmia 2001. «Spesso il Franc è visto come il fratello minore del Cabernet Sauvignon», afferma Cinzia Merli, «più verde, ruvido, indomabile, una sfida difficile. A Bolgheri, però, questo vitigno si trasforma, regalando la sua essenza più preziosa: è molto fruttato, sorprendentemente fresco, con tannini morbidi. Tutti questi caratteri ci consentono di gestire al meglio ogni vendemmia. Certo, quando siamo usciti con il Paleo Rosso in purezza non mancavano gli scettici anche tra i nostri clienti, forse perché avevano in mente i vini del Nordest, dal sapore più erbaceo. Alla fine, dopo tante presentazioni, degustazioni e visite in azienda la clientela si è convinta, anche perché con il Paleo Rosso abbiamo dimostrato una costanza qualitativa negli anni. Non solo, ma il Cabernet Franc è diventato un vitigno importante per l’intera zona di Bolgheri, perché sono già una quindicina le aziende che producono vini con questa varietà in purezza. Oggi, insomma, posso dire che la decisione di puntare tutto sul monovitigno si è rivelata vincente e ha consentito a Le Macchiole di esprimere la potenzialità del territorio bolgherese, seppure con uno stile differente e originale».

La scelta di puntare tutto sul monovitigno ha consentito all’azienda di interpretare il terroir con uno stile unico

Non solo rossi

Il successo del Paleo Rosso, che per gli appassionati è sinonimo di Cabernet Franc, ha fatto sì che desse vita a un vero e proprio club, “Gli Amici del Paleo”, che riunisce virtualmente i cultori di questo vino in una comunità alla quale è possibile iscriversi sul sito aziendale.
Attualmente l’azienda possiede 31 ettari di vigna dove vengono coltivati Chardonnay, Sauvignon blanc, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah con densità variabili dai 5.000 ai 10.000 ceppi per ettaro. Queste varietà danno origine a Paleo Bianco, Bolgheri Rosso, Paleo Rosso, Scrio e Messorio, per un totale di circa 200 mila bottiglie all’anno, di cui circa il 63% destinate a oltre 60 Paesi, a partire da Svizzera, Giappone, Stati Uniti e Germania. Ad eccezione del Bolgheri Rosso Doc (blend di Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Syrah), tutti gli altri vini sono classificati a Igt Toscana. Da notare come nel Paleo Bianco le originarie percentuali di Sauvignon blanc e Chardonnay siano state negli ultimi anni invertite, tanto che al momento Le Macchiole è l’unica azienda bolgherese a produrre un vino bianco con una così elevata presenza di Chardonnay (70%).
Lo staff è affiatato e, sotto la regia di Cinzia, vede Elia Campolmi e Massimo Merli quali responsabili dei vigneti, Mattia Campolmi del marketing, l’enologo Luca Rettondini della cantina e Gianluca Putzolu come direttore commerciale.

La visione del futuro

L’azienda è da tempo impegnata non solo sul fronte del biologico, ma anche su quello della sostenibilità a 360 gradi: dall’energia rinnovabile con pannelli solari all’impiego di bottiglie di vetro molto più leggere, fino all’utilizzo del cartone riciclato nelle confezioni al posto del legno.
Queste ultime sono abbellite anche da opere pittoriche riprodotte da due murales dipinti sulle facciate della cantina dall’artista pisano OZMO (Gionata Gesi) e dal sardo Tellas (Fabio Schirru). I soggetti variano dall’ambiente bolgherese a quello naturalistico. È una street art alla quale Cinzia Merli e la sua famiglia tengono moltissimo.
E in prospettiva? «La nostra priorità sono sempre stati i vigneti, e considerato anche il cambiamento climatico in atto, l’impegno è ancora maggiore e molteplice. Molto presto dovremmo sostituire alcuni vecchi impianti e così coglieremo l’occasione per scegliere portinnesti più adatti ai nostri terreni. Non c’è dubbio che con i riconoscimenti ottenuti negli ultimi anni Le Macchiole sia entrata, a tutti gli effetti, tra i grandi nomi del vino italiano. Questo risultato non ci distrae dall’obiettivo, che continua a essere quello di sempre: mantenere fede alle aspettative, migliorarsi giorno dopo giorno e offrire a ogni appassionato che sceglie Le Macchiole un’emozione particolare».

Foto di apertura: la Cantina è impegnata anche sul fronte della sostenibilità con l’utilizzo di pannelli solari e di bottiglie più leggere e confezioni in materiale riciclato

LE MACCHIOLE

Sp 16B Bolgherese, 189/A
Bolgheri (Livorno)
0565.76.60.92
info@lemacchiole.it
www.lemacchiole.it
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Realizzato in collaborazione con Le Macchiole

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 4/2024. Acquista

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