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Le Cantine che hanno fatto l’Italia (1): Santa Margherita

20 Aprile 2011 Emanuele Pellucci
Da oltre un quarto di secolo Santa Margherita rappresenta con onore la vitivinicoltura veneta in Italia e all’estero. Fu infatti nel 1935 che il conte Gaetano Marzotto, allora a capo dell’omonimo gruppo tessile vicentino avviato agli inizi dell’Ottocento dal nonno Luigi, diede vita all’azienda vinicola. L’obiettivo era chiaro: creare un polo agricolo innovativo che rompesse con gli schemi tradizionali dell’epoca e che rappresentasse un fattore di modernità e sviluppo. [emember_protected] Una visione, questa, perfettamente in linea con la vivacità del conte Gaetano, un vero e proprio tycoon che sapeva fondere gli obiettivi aziendali con le esigenze sociali. Una figura imprenditoriale capace come poche altre di leggere i trend dell’economia mondiale. Oggi a presiedere Santa Margherita c’è un altro Gaetano Marzotto, suo nipote, figlio del primogenito Vittorio Emanuele. Anche gli obiettivi non sono cambiati, ma anzi si sono allargati a una visione più ampia e netta: affermarsi nel mondo come uno dei principali promotori della cultura enogastronomica italiana. E in tutti questi anni i risultati non sono mancati. A Ettore Nicoletto, attuale amministratore delegato di Santa Margherita, chiediamo che cosa ha fatto l’azienda per il vino italiano sui mercati esteri. «Grazie alla creazione nel 1961 del primo Pinot grigio vinificato in bianco e al suo successo in tutto il mondo», dice, «Santa Margherita ha sostanzialmente creato la categoria del Pinot grigio italiano sul mercato mondiale. In realtà l’innovazione stilistica determinata dal Pinot grigio Santa Margherita, con il suo profi lo basato su freschezza e sapidità, è diventato il paradigma per il vino bianco italiano sulle piazze straniere, tanto da parte dei consumatori come da parte dei produttori. Il contributo dato all’enologia italiana all’estero ha quindi travalicato i confini del segmento specifi co. Vorrei aggiungere che benché il Pinot grigio sia il vino che ci identifica a livello mondiale, la nostra storia nella spumantizzazione del Prosecco è addirittura precedente, e risale al 1952, ben prima dell’istituzione del Consorzio di tutela. Negli ultimi tre anni l’unione tra la nostra propensione all’esportazione e la domanda di bollicine italiane fuori dai confini nazionali ci ha portato a diffondere i nostri Valdobbiadene Docg e Prosecco Doc in tutto il mondo». Grazie a un’organizzazione ben strutturata, gli esordi nella commercializzazione all’estero sono stati meno difficili che per molte altre aziende italiane. Ce lo conferma lo stesso Nicoletto: «In effetti, gli inizi risalgono giocoforza al nostro Pinot grigio che, grazie al suo portato di novità, ci ha permesso di approcciare le piazze straniere con una proposta unica e originale. Se i primi Paesi a cui ci siamo rivolti sono stati quelli europei, sicuramente l’impatto più significativo per il nostro Gruppo e per l’intero settore enologico è avvenuto nel 1979 con lo sbarco negli Usa. Infatti, a mano a mano che gli Stati Uniti si avviavano a diventare il più grande mercato al mondo per importazioni di vino, il consumatore imparava ad apprezzare lo stile piacevole e duttile del nostro Pinot grigio. Fenomeno che si è ripetuto poi a distanza di pochi anni anche nel vicino Canada». In tanti anni di viaggi e di incontri i ricordi sono numerosi, un elenco troppo lungo da illustrare. «Certamente è sempre una grande soddisfazione vedere come il Pinot grigio Santa Margherita sia una delle etichette più amate dallo show biz americano perché ci sentiamo ambasciatori dell’Italian style. Recentemente Penelope Cruz l’ha citato come uno dei suoi vini preferiti, e ricordo anche quando abbiamo dovuto organizzare una consegna espressa per una serata a casa di Christina Aguilera. Di tutt’altro tenore, ma non per questo meno indimenticabile, la soddisfazione avuta lo scorso dicembre quando ci è stato comunicato che il nostro Valdobbiadene Docg sarebbe stata la prima bollicina non-Champagne a entrare nell’assortimento “Essentials” del monopolio provinciale dell’Ontario». Passando all’attualità, oggi il Gruppo Santa Margherita può essere considerato un vero e proprio mosaico enologico che copre molte delle principali regioni italiane attraverso le sei cantine e le tre tenute che ne fanno parte. «Questa ampiezza di assortimento», spiega ancora l’amministratore delegato, «ci permette di proporci sui mercati esteri come un partner in grado di soddisfare le diverse richieste rispetto ai vini italiani. Santa Margherita continua a essere il nostro primo biglietto da visita e la quota preponderante delle nostre esportazioni, ma al Pinot grigio si sono affiancati con trend crescenti Valdobbiadene Docg, Prosecco Doc e Chianti Classico Docg. Molto positiva la tendenza anche di Ca’ del Bosco, sia nel segmento delle bollicine di lusso che nei vini eccellenza. Con le etichette del nostro polo toscano (Lamole di Lamole, Vistarenni, Sassoregale) interpretiamo attraverso il nostro stile basato sull’eleganza la grande tradizione dei vini rossi italiani all’estero, a cui da qualche anno si è affiancata la novità dei vini siciliani di Terreliade e Feudo Zirtari». Infine, tra le Cantine del Gruppo va ricordata Torresella, sia perché nasce nel territorio d’origine, il Veneto orientale, ma soprattutto perché negli ultimi anni ha avuto crescite a due cifre grazie all’eccellente qualità per la fascia di mercato in cui si colloca, unita ad un restyling di immagine. «Per quanto riguarda la situazione dei mercati», conclude Ettore Nicoletto, «la nostra visione è veramente mondiale con esportazioni in oltre 85 Paesi. Accanto alle piazze storiche di Nord America, Europa occidentale e Giappone, dove prosegue la penetrazione dell’intero portafoglio, crescono di importanza le esportazioni verso Asia e Oceania». 1935 Il conte Gaetano Marzotto, a capo dell’omonimo gruppo tessile vicentino avviato agli inizi dell’Ottocento dal nonno Luigi, fonda l’azienda vitivinicola. 1961 L’azienda mette sul mercato il primo Pinot grigio, un vino che conquista subito l’apprezzamento dei consumatori. 1979 I vini di Santa Margherita sbarcano sul mercato degli Stati Uniti e il Pinot grigio diventa presto un vero e proprio fenomeno enologico e commerciale. OGGI Export: 65% Bottiglie più esportate: Santa Margherita Pinot grigio, Santa Margherita Valdobbiadene Prosecco Superiore, Santa Margherita Chianti Classico, Torresella Pinot grigio, Ca’ del Bosco Cuvée Préstige Franciacorta Primi mercati: Stati Uniti, Canada, Germania, Inghilterra e Giappone. [/emember_protected]

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