Seleziona i vini: Claudio Api. Per 12 euro il Verdicchio di Jesi Sartarelli, Pignocco Santa Barbara, Lacrima di Morro d’Alba di Mancinelli e Regaleali di Tasca d’Almerita. Per 14 euro abbiamo disponibili Chardonnay, Moscato giallo e Gewürztraminer di Colterenzio, Bianco di Custoza e Lugana di Montresor, Soave ’06 di Tamellini, il Bianco Colli Pesaresi Roncaglia di Fattoria Mancini e il Sangiovese della Fattoria Mancini. Per 16 euro il Kerner ’07 e il Sylvaner Brixner di Novacella, il Rosso Conero ’05 Fattoria San Lorenzo e il Verdicchio Matelica ’07 La Monacesca. Per 18 euro il Traminer ’07 Tiefenbrunner e lo Chardonnay di Cesconi.
Il Ristorante
Titolare: Claudio Api, cuoco con l’aiuto di Angelo Bugatti, e addetto ai vini. Più di un motivo per suggerire la sosta: l’ambiente familiare, ma anche vagamente romantico, una cucina non ovvia, il pesce sempre fresco, la passione per il lavoro del cuoco patron e la gentile ricevuta fiscale. I cavatelli con zucchine, telline e zafferano sono una prova d’autore e preludono ad altri incontri di pasta e pesci: mezzemaniche al sugo di pesce povero, cannoli ripieni di scorfano, orecchiette con mazzancolle arrosto, chitarrine ai moscioli in porchetta, tortellacci di uova di quaglia con farcia di pesce bianco. Il pesce domina in cucina, ma ci sono anche i maltagliati con timo e melanzane, da provare, tagliate e filetti, magari in crosta di pane. Ma la tentazione è sempre marinara e prosegue con un ottimo brodetto, lo stoccafisso anconetano, le fritture delicate di paranza, le grigliate, le insalate tiepide di calamari, la palamita fritta con verdure e la cernia arrostita con le “raguse” e la salicornia che è l’asparago di mare. In una visita successiva abbiamo trovato, e molto gradito, le tagliatelle all’uovo con le cozze e gli strozzapreti di farina di fave. E il miele dell’insegna e del cognome del cuoco patron? C’è anche quello: provare la palamita affumicata in casa con ricotta di bufala e miele di castagno o il semifreddo di miele e pinoli.