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Chi ha venduto di più in Gdo durante l’emergenza Covid-19

8 Luglio 2020 Anna Di Martino

Nei primi quattro mesi dell’anno, a causa del lockdown per coronavirus, la Gdo ha moltiplicato le vendite del vino (+7,9% in volume e +6,9% in valore). A beneficiarne, oltre ai big del settore con i vini pop, anche le Cantine habitué dell’Horeca con bottiglie tra 4,50 e 10 euro.

Frescobaldi, Mionetto, Antinori, Zonin 1821, Donnafugata, Santa Margherita, Cecchi, Mezzacorona, Regaleali – Tasca d’Almerita, Tormaresca – Antinori. Ecco i brand che hanno fatto bingo negli scaffali della Grande distribuzione organizzata nell’area di maggiore qualità, quella delle bottiglie da 0,75 litri con un prezzo compreso tra 4,50 e 10 euro (Cantine con fatturato in Gdo da 400 mila euro in su).

Effetto lockdown sulla distribuzione

Tutto merito (si fa per dire) del lungo lockdown causato dell’emergenza Covid-19, quando il terribile stop del canale Horeca, quello più importante per il mercato del vino rappresentato da ristoranti, bar e catering, ha concentrato le vendite di vino esclusivamente attraverso i negozi alimentari, l’on line e soprattutto la Gdo. I dati elaborati dall’Iri parlano da soli. Se a fine 2019 il fatturato vino nella distribuzione moderna aveva registrato un incremento del +1,2% in volume e +1,8% in valore, nel periodo gennaio – 19 aprile 2020 le vendite si sono moltiplicate, crescendo del +7,9% in volume e del +6,9% in valore.

Exploit delle Cantine Horeca in Gdo

Proprio nei due mesi in cui il consumo del vino è stato costretto in casa si sono fatte spazio le Cantine habitué del canale Horeca, che hanno rappresentato per i consumatori la scelta di qualità, lo sfizio, la gratificazione in un periodo difficile. Da qui l’exploit di alcune etichette di marca che hanno conseguito incrementi di vendita, in molti casi a due cifre, normalmente limitati al periodo natalizio.

Vendite di vino in Gdo durante il coronavirus: le etichette più amate

Dal bianco Anthìlia di Donnafugata al rosso Rèmole di Frescobaldi, dal Santa Cristina di Antinori al Morellino La Mora di Cecchi, dal Rapitalà del Gruppo italiano vini al Teroldego di Mezzacorona, dal Mastri Vernacoli di Cavit al Nero d’Avola di Regaleali o al Corvo di Duca di Salaparuta, per citarne alcune nella fascia di prezzo maggiore.

La Top ten delle Cantine in Gdo

Al di là delle etichette più importanti, tutte le aziende che operano nella Gdo hanno messo le ali. Prima di tutto i 10 super big che detengono le maggiori quote di mercato, operando in tutti i tipi di formato dalla bottiglia al brik di cartone. Non ci sono dati ufficiali, ma tenendo conto delle Cantine che partecipano alla classifica delle maggiori aziende vitivinicole italiane è possibile ricavare la Top ten della Gdo.

I 10 super big e le loro quote di mercato

Nei primi quattro posti Caviro (leader assoluta), Gruppo italiano vini, Cantine Riunite & Civ e Terre Cevico detengono quote di mercato che vanno dal 3 al 7% del giro d’affari complessivo della Gdo nel 2019, pari a 670 milioni di litri venduti per un controvalore di poco superiore ai 2 miliardi. In quinta posizione si piazza Cavit con il 2%, mentre Cecchi, Chiarli, Cielo e Terra, Mezzacorona e Zonin1821 detengono quote nell’ordine dell’1,5%.

Vini pop: i cavalli di battaglia

Sono tutte aziende di peso sul mercato, produttrici di etichette popolari presso il grande pubblico come Tavernello e Botte Buona di Caviro, Maschio di Cantine Riunite, San Crispino di Terre Cevico, Villa Cialdini di Chiarli, Freschello di Cielo e Terra, il Prosecco di Zonin1821 o ancora il Chianti di Cecchi.

Foto di apertura: Unsplash – B. Turner

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