Da un vecchio baule riemergono lettere e documenti della famiglia Folonari. E diventano il libro I Folonari: un’antica storia di vini e di banche, edito da Mursia. Il baule è quello di Evelina, mamma di Ambrogioe Alberto Folonari, la voce narrante è di Alberto e la penna della giornalista Emanuela Zanotti. Sullo sfondo un capitalismo industriale radicato nel territorio, che dall’Italia ha poi conquistato diversi Paesi del mondo. Il volume, che in copertina riproduce la Raccolta del fieno del pittore bresciano Cesare Bertolotti, è stato presentato alla Fondazione Corriere della Sera di Milano il 13 aprile.
Le cinque generazioni del libro I Folonari
La storia della famiglia Folonari è ripercorsa attraverso cinque generazioni, cinque cavalieri del lavoro e due secoli, a partire dal capostipite Lorenzo, originario di Bormio (1729-1813), il cui cognome deriverebbe dal latino fullonarius (battitore di lana), fino al Nuovo Millennio e all’affacciarsi della sesta generazione. Una storia fatta di successi nell’attività bancaria a Brescia con la Banca San Paolo e il Credito Agrario Bresciano, nell’impresa vinicola, ampliata e consolidata dai fratelli Italo e Francesco, che nel 1911 acquistano la Chianti Ruffino in Toscana, e nell’impegno costante nel sociale e nel mecenatismo culturale. Fu una loro iniziativa la costruzione della chiesa di Ludriano e la creazione a Brescia di una fondazione di assistenza ai minori indigenti. «Mio nonno Italo», ricorda Alberto, «era solito dire ai suoi figli: "Fate del bene a quanti più potete!"».
Gli investimenti al Sud
«Dei Folonari si ricorda anche l’interesse per il Meridione», spiega Emanuela Zanotti, «con la messa a dimora, dopo la Seconda Guerra Mondiale, di 700 ettari di vigneti e l’apertura di quattro stabilimenti con cantine per l’epoca all’avanguardia. La ricostruzione post-fillossera in Puglia è stata anche merito dei Folonari». Inoltre, con il ricavato degli investimenti al Sud fu avviata la ricostruzione delle cantine di Brescia, Cambiano e Pontassieve. Di episodi affascinanti e anche meno conosciuti è ricco il libro: «Come quella volta che», dice Luciano Ferraro del Corriere della Sera, «durante la guerra l’unica auto aziendale fu dipinta di bianco per potersi confondere nella neve e poter effettuare i suoi viaggi senza essere presa di mira dalle mitragliatrici».
Il libro
I Folonari: un’antica storia di vini e di banche di Emanuela Zanotti
Immagini dell’Archivio della famiglia Folonari
Mursia Editore, Milano, 2015
208 pagine
36 euro