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La rotta del vino italiano in Estonia e Polonia

30 Aprile 2019 Civiltà del bere
La rotta del vino italiano in Estonia e Polonia

L’Europa dell’Est rappresenta una nicchia di mercato in espansione per la nostra enologia di qualità. Facciamo il punto sull’export del vino italiano in Estonia e Polonia, in occasione del tour 2019 dei Simply Italian Great Wines East Europe (il 7 e 9 maggio a Tallinn e Varsavia).

L’evento organizzato da Iem – International Exhibition Management raggiunge due interessanti mercati nel Continente centro-orientale: l’Estonia, un nuovo approdo dall’indubbio potenziale per il vino italiano, e la Polonia, che dimostra sempre più propensione all’acquisto di prodotti premium.

Estonia, un orizzonte da esplorare

«Tallinn è la porta d’accesso a un mercato ancora contenuto, dalle opportunità interessanti», spiega Marina Nedic, Managing Director di Iem. «Le importazioni vinicole in Estonia valgono 76 milioni di euro per 244,6 mila ettolitri nel 2017. Ma il crollo del vino sfuso (-69,6% in valore e -65,2% in quantità) e l’incremento del prezzo medio (+7,2%) rappresentano un messaggio chiaro: i consumatori estoni chiedono più prodotti di qualità».

Italiano o francese, lo spumante tira

Gli sparkling wines colpiscono nel segno. L’import di spumanti in Estonia cresce del +11,3% in valore e +3,1% in quantità (rispettivamente 24 milioni di euro per 50 mila ettolitri), con un interessante prezzo medio di 4,8 euro al litro. L’Italia vede un testa a testa con la Francia nella classifica degli importatori: il vino del Bel Paese vale 15,2 milioni di euro per 36,1 mila ettolitri, contro i 15,4 milioni di euro per 28,9 mila ettolitri dei cugini d’Oltralpe. Ma le nostre percentuali di crescita fanno ben sperare: +25,7% contro +11,2% in valore, +23,3% contro +3,4% in quantità.

In Polonia cresce il potere d’acquisto

La Polonia rappresenta il più grande mercato dell’Europa centro-orientale. I winelover polacchi sono sempre più evoluti, anche grazie all’incremento del potere d’acquisto pro capite. «Qui il vino è considerato un prodotto salutare e raffinato», afferma Marina Nedic. Il mercato enoico è quasi interamente rappresentato dalle importazioni. «È molto importante costruire rapporti diretti con gli operatori locali: le vendite al dettaglio dominano il mercato. Per i produttori di piccole e medie dimensioni e fascia medio-alta il canale d’accesso privilegiato al mercato è l’importatore o distributore specializzato. Ne esistono oltre 700», prosegue Marina Nedic.

La scalata italiana

Parlando di cifre, le importazioni vinicole polacco ammontano a 280 milioni di euro per 1,29 milioni di ettolitri nel 2017, con un incremento considerevole in quantità (+8,9%) e in valore (+12,9%). L’Italia è il secondo partner commerciale della Polonia e pesa 52,9 milioni di euro per più di 204 mila ettolitri. Il nostro import cresce a doppia cifra in valore (+20,4%) e prezzo medio (+11,6%), che si attesta su una media di 2,6 euro al litro. «Fra i nostri diretti competitor, come la Germania (che domina la classifica con 67,2 milioni di euro per 254 mila ettolitri) e la Francia (32,3 milioni di euro per 107 mila ettolitri), siamo il Paese con la maggiore crescita in valore», sottolinea Marina Nedic.

I Simply Italian Great Wines in Est Europa

Il wine trade dell’Est Europa è pronto a incontrare i Simply Italian Great Wines. A maggio il tour organizzato da Iem – International Exhibition Management per promuovere l’enologia italiana nel mondo prevede due tappe a Tallinn (7 maggio) e Varsavia (9 maggio). L’evento si rivolge a un pubblico qualificato, con l’obiettivo di favorire l’incontro diretto con i professionisti locali e la stampa: sono attesi circa 200 rappresentanti del trade fra entrambe le tappe. Per maggiori info visita il sito ufficiale.

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