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NEL MONDO
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# Le conseguenze della Brexit
“La Brexit è il più grande e assurdo spreco di denaro della storia”
Lo afferma sul Daily Mirror il giornalista politico Kevin Maguire.
E questo sperpero di denaro potrebbe avere ripercussioni anche sull’industria del vino. Il Regno Unito è infatti coinvolto in un terzo del commercio mondiale dei vini pregiati, per un giro di affari di 5 miliardi di sterline (The drinks business). Le conseguenze di una Brexit dura, in assenza di un accordo entro la fine del periodo di transizione, potrebbero dunque essere gravi per molte persone, anche per i viticoltori dei Paesi UE, per via delle nuove regole di etichettatura, di certificazione e analisi per ogni partita di vino e molto altro. Sono diversi i punti cruciali che rimangono ancora senza risposta.
La Revue du Vin de France racconta il punto di vista dei viticoltori francesi, molti dei quali lamentano la mancanza di informazioni. «L’unica cosa che sappiamo è che non sappiamo moltoThe », ammette Nicolas Ozanam, delegato generale della Federazione degli esportatori di vino e alcolici (FEVS), che è categorico su un punto: «gli scambi tra l’Unione Europea e Paesi terzi danno luogo a formalità doganali. Ciò avverrà nel 2021 anche con la Gran Bretagna, a meno che un accordo commerciale tra Bruxelles e Londra non stabilisca regole più semplici e flessibili».
Nel frattempo il gin solleva lo spirito dei reali
Buckingham Palace ha appena creato il proprio marchio di gin, che sarà venduto nei negozi della Royal Collection Trust (£40 a bottiglia) e servito in occasioni ufficiali (The Times). Molto prima che diventasse di moda, la regina Elisabetta era già una bevitrice accanita di gin e probabilmente anche un’intenditrice, dato che questa nuova creazione è realizzata, come tendenza vuole, con ingredienti locali, ovvero le botaniche del giardino di Buckingham Palace, tra cui – oltre alle bacche di ginepro – verbena, biancospino, gelso e alloro (The Telegraph).
# Enoturismo
C’è chi apre
Le Cantine inglesi stanno riaprendo le porte ai visitatori e anche le misure del lockdown si stanno allentando. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato una serie di nuove misure, inclusa la riapertura di pub e ristoranti, sperando così di ridurre il disagio finanziario causato dalla pandemia globale. Sono, infatti, tempi difficili anche in Gran Bretagna: in un rapporto, i ricercatori della Business School dell’Università di Edimburgo rilevano che due terzi dei produttori intervistati hanno avuto problemi finanziari e molti di questi hanno usato i risparmi personali per mantenere la propria attività; inoltre, dovranno affrontare una carenza di manodopera, dato che allo scoppio della pandemia un numero significativo di lavoratori stagionali è tornato a casa, in particolare nell’Europa dell’Est, e ancora non è tornato (Decanter).
E chi richiude
La Napa Valley chiude nuovamente le porte dell’accoglienza in Cantina e potrebbe essere seguita dalla contea di Sonoma per via di un picco nei casi di Covid-19, in particolare tra i lavoratori agricoli. Le degustazioni di vini all’aperto, invece, sono ancora consentite e così molte Cantine si stanno muovendo per organizzare gli spazi esterni (Wine-searcher). Ristoranti, sale di degustazione, pub, bar, cinema e musei rimarranno chiusi fino al 30 luglio, anche se potrebbe essere necessario prolungare la chiusura (The drinks business).
Ma si è rivelata una scelta precorritrice dei tempi l’adozione, da parte di un hotel californiano, di un robot-sommelier che dal 2018 consegna, tra le altre cose, il vino in camera. Come riporta The drinks business, il robot di nome Rosé si è trasformato in poco tempo da una novità a una necessità. Rosé può essere programmato per consegnare oggetti in stanze diverse e ogni volta che torna alla base viene disinfettato, poi riprende il suo lavoro.
# Dall’altra parte del mondo
Vini eccezionali in Nuova Zelanda
I viticoltori neozelandesi (NZW) hanno dichiarato l’annata 2020 “eccezionale”. Nonostante le avverse condizioni per via della vendemmia avvenuta durante il lockdown, «non vediamo l’ora di assaggiare i vini di questa annata», ha dichiarato su Harpers.Co.Uk Philip Gregan, CEO di NZW.
Quest’anno sono state raccolte in totale 457.000 tonnellate di uva e la NZW ha affermato che i vini del 2020 saranno in grado di migliorare ulteriormente la reputazione internazionale del Paese, tanto che le esportazioni sono in crescita.
Pochi cambiamenti in Australia
Un recente sondaggio australiano ha rivelato che le abitudini dei consumatori di alcolici non sono cambiate in modo così radicale durante il blocco per via del Covid-19. In Australia, più che un calo di consumi, si temeva un aumento e quindi un abuso di alcol per via dell’isolamento, fatto che – contrariamente alle previsioni – non si è verificato (Winetitles).
Una bottiglia di Penfolds da record
Un acquirente di Melbourne si è aggiudicato all’asta, per la cifra record di 57mila dollari, una rara bottiglia di Penfolds del 1951, prima annata in assoluto del Grange Hermitage vinificata dall’enologo Max Schubert, nonché annata simbolo per l’inizio della storia moderna del vino australiano. È questo il prezzo più alto mai pagato per una bottiglia di vino australiano a dimostrazione che la domanda di vino pregiato è più forte che mai, tant’è che la casa d’aste australiana Langton ha registrato negli ultimi mesi un aumento del 50% del numero di offerenti online (Decanter e The drinks business).
DICONO DI NOI
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# Vini italiani protagonisti delle classifiche estive
Rossi da bere freschi
Anche alcuni vini rossi possono essere adatti al caldo estivo, se rinfrescati. Sulla sua rubrica di The Guardian il giornalista David Williams ne consiglia tre, tra cui uno italiano: Terrazze della Luna Teroldego Rotaliano Doc 2018 di Cavit. «Il nord Italia alpino», scrive Williams, «è pieno di vini che si adattano a questo scopo. L’Alto Adige ha una linea sorprendentemente buona di Pinot nero». Ma per un giusto abbinamento con la pasta al pomodoro, il giornalista consiglia il Teroldego della cooperativa trentina.
20 sotto i 20
Anche Eric Asimov sul New York Times continua a sfornare classifiche estive. Il giornalista questa settimana si dedica ai vini che danno piacere sia al portafogli, sia all’anima in questa estate diversa da qualsiasi altra. Dopo aver fatto acquisti sugli shop on line di New York, Asimov ha scelto anche un paio di etichette italiane, come la veneta Tajad, Le Vigne di Alice, Vino Frizzante ($18,99) a proposito della quale afferma: «È un’interpretazione moderna dei vini prodotti in un’epoca precedente al dominio della Glera nel Prosecco. È, infatti, un mix di varietà autoctone». La seconda, invece, è un Sangiovese fuori dalla Toscana: Chiara Condello Romagna Sangiovese Predappio Doc 2016 ($19,99).
Alta Langa, il miglior metodo classico d’Italia
Come comunica il Consorzio dell’Alta Langa, la rivista inglese Decanter ha pubblicato sul suo numero di Luglio la classifica “Premium Italian Sparkling Wines – Metodo Classico”, in cui lo spumante piemontese si è aggiudicato ottime posizioni. Il panel, costituito dai giudici Andrea Briccarello, Michael Garner e Anthony Rose, ha analizzato vini metodo classico provenienti da Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia. Due vini Alta Langa guidano, però, in solitaria, la classifica. Entrambi con 95 punti e definiti «eccezionali»: sono il Millesimato Brut Alta Langa Docg 2016 di Deltetto e Millesimato Extra Brut Alta Langa Docg 2016 di Marcalberto. Inoltre, altri 22 vini – di cui undici Alta Langa – hanno ricevuto un punteggio tra 90 e 94.
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Jeannie Cho Lee – @jeanniecholee su Instagram – è la prima Master of Wine di origini asiatiche, titolo che ha conquistato nel 2008. Da allora ha lavorato per insegnare, scrivere e valutare vini grazie al suo “palato asiatico”, come lei stessa lo definisce. Tra le tante collaborazioni, la MW scrive per Decanter e ha un suo personale sito: www.jeanniecholee.com.
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