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La Palta – Borgonovo Val Tidone (Piacenza)

15 Novembre 2009 Civiltà del bere

Carta dei vini

Seleziona i vini: Roberto Gazzola. Per 17 euro troviamo il Verdicchio di Jesi di Monte Schiavo e il Trebbiano d’Abruzzo di Emidio Pepe. Per 18 euro il Primitivo di Tormaresca, il Merlot ’05 di Sirch, il Dolcetto Terre Rosse Cascina degli Ulivi, il Pinot bianco Strahler di Stroblhof e il Veltliner di Taschlerhof. Per 19 euro il Pinot nero ’07 Mazon di Hofstätter, la Malvasia Sorriso di Cielo La Tosa e quella Una prodotta da Gazzola con Torre Fornello. Il Rosso Igt Al Passo di Tolaini ’03 è a 20 euro, come la Petite Arvine ’08 Vigna Champorette Lês Cretes e l’Aglianico Contado di Di Majo Norante.

Il Ristorante

Titolari: le sorelle Isa e Monica Mazzocchi. Cuoca: Isa, con l’aiuto del giovane Andrea Molinelli. Monica e il marito Marco al servizio e alla cura dei salumi. Felice terra il Piacentino: aria buona, colline di verde intenso, cucina popolare e colta insieme, vini sottili e intriganti. Se poi sulla cucina del territorio si insinua un soffio di misurata creatività, i risultati possono essere anche entusiasmanti. È il caso di questa vecchia osteria, con sali e tabacchi in appalto, “la palta” appunto in dialetto, che all’ultima generazione incontra l’estro della giovane Isa, cresciuta, veramente molto bene, in casa. La cuoca non parla molto, ma manda in tavola cose eloquenti: lasagnetta integrale al luppolo selvatico su zuppa di asparagi, o dei ravioli di baccalà mantecato alle patate su vellutata di cipolle, o farfalle al basilico con melanzane e baccalà. Nelle mani di Isa si incrociano tradizione, ricordi, sogni e fantasie, sempre con risultati da apprezzare: lasagnetta alle spugnole con crema di asparagi, piccione alla birra, tortino di lingua affumicata con coda di bue, porcini e tartufo nero, carciofo ripieno di uova in camicia con colata di grana, storione in guazzetto con porcini e zucchine, medaglioni di cavallo alla goletta, petto d’anatra con zucca gialla e mostarda: piatti che non si trovano sempre, ma la cuoca è come una ruota luminosa che non si spegne mai. Per questo siamo tornati e abbiamo trovato altre sorprese: l’incredibile piccione al Bitter Campari (ecco il marito barman), la trippa in tempura con rapanelli e fagioli all’aceto di Barolo, i tagliolini alle fave fresche con pancetta, guance di pescatrice e coriandolo che è forse il piatto più emblematico di questa insolita cucina.

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