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Helena Lageder tra cinema, marketing e biodinamica

13 Settembre 2021 Jessica Bordoni
Helena Lageder tra cinema, marketing e biodinamica

Prima di diventare responsabile marketing e comunicazione della tenuta altoatesina di famiglia, Helena Lageder ha girato il mondo facendo la regista. Da quest’anno è a capo della Vineria Paradeis e ha appena lanciato un nuovo progetto vinicolo con il fratello Clemens.

Lavorare con la natura e non contro di essa. Rispettare tutte le forme viventi, animali o vegetali che siano. Agire da contadini, considerando la sostenibilità come una responsabilità. Sono solo tre dei tanti insegnamenti che Helena Lageder ha ricevuto fin da piccola dal padre Alois. Oggi che è diventata grande, è orgogliosa di metterli in pratica nell’azienda di famiglia, la Tenuta Alois Lageder di Magrè sulla Strada del Vino (Bolzano), dove dal 2018 ricopre il ruolo di responsabile marketing e comunicazione.

Le esperienze nel mondo del cinema

Il suo percorso formativo-professionale è decisamente originale, come lei stessa ci racconta: «Sono cresciuta in mezzo ai campi e ai vigneti, ma ben presto ho sentito il bisogno di allontanarmi per cercare la mia strada: ero una bambina decisamente affascinata dall’arte». Così, dopo le scuole medie musicali, Helena decide di iscriversi al liceo artistico. A 16 anni si trasferisce in Inghilterra, dove inizia a studiare cinema, che in poco tempo diventa il centro assoluto dei suoi interessi. «Ho frequentato l’University of the Arts di Londra e un corso alla New York Film Academy. Poi ho iniziato a lavorare nel campo della produzione cinematografica, diventando prima aiuto regista e poi regista».

Il ritorno in Alto Adige

Londra, New York, ma anche Monaco, Berlino: «Ho viaggiato molto e ogni città mi ha lasciato un insegnamento importante. Il cinema mi ha dato la possibilità di interfacciarmi con moltissime persone e di imparare a capire il loro punto di vista, anche se molto lontano dal mio. Inutile dire che tutto questo si è rivelato utile quando ho deciso di rientrare in Alto Adige per dedicarmi agli aspetti legati al marketing e alla comunicazione della Tenuta». La domanda è d’obbligo: come mai questo ritorno? «Ho capito che il mio posto era a casa, è stato il classico richiamo delle origini. Non mi sentivo più comoda sulla sedia da film maker».

La sfida dell’export

Tutto è avvenuto un po’ per caso: «Nel 2017 mio fratello Clemens mi chiese di dargli una mano con il progetto della temporary bottiglieria a Bolzano. L’impegno sarebbe stato di un paio di mesi o poco più. Nel frattempo in azienda si era aperta una posizione sul fronte dell’export e così, senza pensarci troppo, decisi di cogliere al volo quell’opportunità. Ho cominciato ad occuparmi del mercato asiatico, dell’Australia e della Nuova Zelanda, ma anche dell’Europa. Poi nel 2020 ho preso in mano la gestione del marketing aziendale».

Nel futuro c’è la Cina

Quali sono i Paesi più stimolanti? «In generale l’Asia, perché c’è ancora molto da costruire. In Giappone il nostro ingresso risale agli anni Settanta, ma nel resto del continente i rapporti commerciali sono cominciati nei primi anni Duemila». È anche una questione di tipo culturale, sottolinea Helena: «Il nostro core business sono i vini bianchi, mentre in Cina si bevono soprattutto rossi. Ora le cose stanno cambiando, ma lentamente e c’è ancora parecchia confusione. Credo però che il margine di crescita sia ampio e i prossimi anni saranno fondamentali. Il mio impegno costante è quello di spiegare che cosa significa lavorare secondo i principi della biodinamica e come sia importante seguire il ritmo della natura, anziché sovrastarlo».

Helena Lageder
Vineria Paradeis è il ristorante certificato biologico di proprietà della Tenuta Lageder © J. McDermott

La Vineria Paradeis

Dal 2021 Helena è anche responsabile della Vineria Paradeis, il ristorante certificato biologico di proprietà della tenuta. «Abbiamo riaperto lo scorso giugno sotto la nuova guida chef tedesca Flora Hohmann. È giovane, ma ha una grande maturità professionale, con un Master in alimentazione presso l’Università di Scienze gastronomiche di Bra (Cuneo). Con lei in cucina la nostra visione biodinamica e olistica è diventata ancora più concreta. Al centro ci sono le produzioni del GrandOrto, che sorge in mezzo ai filari. La carne è garantita dagli animali che lasciamo liberi di pascolare nei vigneti in autunno, dopo la vendemmia. Infine, la carta dei vini permette di assaggiare la produzione della Tenuta Lageder, che mostra la ricchezza enologica dell’Alto Adige».

Il nuovo progetto Terra Alpina

Da ricordare anche Terra Alpina, l’innovativo progetto vinicolo lanciato lo scorso luglio da Helena con il fratello Clemens. «Il progetto comprende la linea Terra Alpina Vojage composta da due vini, un rosso e un bianco, prodotti con uve biologiche che crescono in diverse regioni viticole europee. Il comune denominatore è l’altitudine: sono tutti terroir di montagna». In particolare il Terra Alpina Rosso è un blend di Schiava, Carignano, Grenache del Roussillon, Lagrein e Merlot; mentre il Terra Alpina Bianco è a base di Chardonnay, Müller Thurgau, Garganega, Welschriesling (Riesling italico) e Pinot grigio. «Sono prodotti pensati per un consumatore dallo spirito libero e aperto a nuove esperienze. Il rosso è fresco, avvolgente, con un bouquet fruttato e leggermente speziato. Il bianco ha un naso fine, fruttato, a tratti floreale, con una bella struttura e una grande bevibilità». Le etichette, disegnate dall’illustratore svizzero Daniel Müller, rappresentano in forma stilizzata una lince e un gufo, due animali alpini oggi purtoppo a rischio di estinzione.

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